Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«I natali cafoni e poi la crisi, oggi Cortina è rinata»
CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) «Qui c’è il tutto esaurito. Hotel e ristoranti sono pieni di turisti, soprattutto stranieri: inglesi, australiani, russi... Ma sono tornati pure i milanesi, che adesso ci preferiscono alla Svizzera».
A 53 anni, il sindaco Giampietro Ghedina ha visto la sua Cortina cambiare pelle almeno tre volte. «C’è stata quella dei cinepanettoni, poi quella della crisi, e infine la Cortina di oggi».
Quale le piace di più? «L’attuale, di gran lunga». Allora partiamo da questa.
«Cortina d’Ampezzo è tornata a essere una delle località di montagna più attrattive al mondo. Dal punto di vista turistico si attesta su livelli internazionali, accanto a St. Moritz, Courmayeur e poche altre. Il merito è dei Mondiali del 2021 e delle Olimpiadi 2026, che stanno già facendo da traino alle prenotazioni, ma anche dei servizi che siamo in grado di offrire».
Cosa chiede chi sceglie Cortina?
«Il turista di oggi è ricco ma non sfacciato, non insegue la ribalta a tutti i costi e vuole essere libero di alternare serate mondane a feste private ed esclusive».
A giudicare dal viavai di pellicce in Corso Italia, sono in tanti a cercare questo tipo di vacanza...
«Dalle prime stime, sarà una stagione da record: le presenze dovrebbero superare del 10 per cento quelle dello scorso anno».
Quando parlava di turismo «non sfacciato», faceva un paragone con la Cortina dei cinepanettoni?
«Negli anni Ottanta e Novanta passeggiavi per il centro e sentivi parlare romano. Incrociavi politici come Giulio Andreotti, attori di cinema e il top dell’imprenditoria. Ma era anche un periodo di eccessi: sembrava che per contare qualcosa, in Italia, fosse obbligatorio trascorrere le vacanze di Natale a Cortina. E così c’erano personaggi che noleggiavano la Ferrari giusto per la settimana bianca, o signore che passeggiavano su e giù per il Corso sfoggiando le shopper delle boutique che, in realtà, erano vuote. Contava solo l’apparenza. Oggi, per fortuna, siamo tornati al turista di sostanza».
«Sostanza» che si traduce in «ricchezza».
«Non necessariamente. Ma è chiaro che il nostro cliente-tipo cerca, nei servizi, una qualità che è molto costosa».
Dopo la Cortina raccontata dai film dei fratelli Vanzina, ci fu quella della crisi...
«Un periodo pessimo. Prima l’immagine di Cortina si appannò, finendo per essere associata a un turismo un po’ cafone e perfino più superficiale di quello degli anni Ottanta. Furono gli anni in cui a prendersi la scena c’era Lele Mora e la sua scuderia».
Da Giulio Andreotti ai tronisti della tivù. Fu un bel salto...
«Il punto di rottura arrivò con il blitz dell’agenzia delle entrate il giorno di Capodanno del 2012. Cortina venne descritta come una località frequentata da evasori fiscali e da furbetti che si erano arricchiti in modo illecito. Dal punto di vista mediatico, fu un massacro. L’anno successivo toccammo il fondo con i guai giudiziari in cui incappò la precedente amministrazione».
Peggio di così non poteva andare. Fu complicato ripartire?
«Non è stato facile ricostruire un’immagine positiva. Siamo ripartiti da un rapporto finalmente corretto tra l’amministrazione e le altre istituzioni, come le forze dell’ordine e la Regione. Poi c’è stata l’assegnazione dei Mondiali e la consacrazione con i Giochi olimpici invernali. Si tratta di eventi il cui significato va ben oltre il valore sportivo: concluse le gare, a Cortina rimarranno le strade, i parcheggi e tutte le infrastrutture che le consentiranno di rimanere, per molti anni, la meta preferita di chiunque desideri una vacanza da sogno sulle Dolomiti».