Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Mose fermato in extremis «Rischi maggiori dei benefici»

L’ipotesi di lunedì. Lettera al governo: alzatelo. I motivi del no

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VENEZIA Almeno cinque motivi per non alzare il Mose. E alla fine hanno avuto il sopravvent­o rispetto all’ipotesi di sollevare le paratoie di Treporti, alla bocca di porto del Lido. Il beneficio sarebbe stato ridotto, un abbassamen­to del livello d’acqua di circa 5 centimetri teorici, che però consideran­do altri fattori, sarebbero potuti essere solo 12centimet­ri, anche perché con una marea prolungata come quella prevista martedì, l’acqua avrebbe avuto il tempo di entrare dalle altre bocche.

A un quarto d’ora dalla mezzanotte del 23 dicembre il provvedito­re delle Opere pubbliche Cinzia Zincone ha fatto dietrofron­t, fermando quanto aveva ipotizzato nel pomeriggio, quando le condizioni meteo avevano portato a prevedere una marea per la mattina della vigilia di Natale di 140 centimetri. «I rischi erano maggiori dei benefici», spiega. Alla fine alle 8.45 l’acqua si è fermata a 139, mentre il giorno di Natale è arrivata a toccare i 119 centimetri. «Oggi stiamo facendo delle prove per mettere a punto il sistema, queste

non devono essere confuse con i sollevamen­ti in caso di emergenza — spiega Alberto Scotti, l’uomo che ha progettato il Mose — Mancano una serie di situazioni che non garantisco­no il sollevamen­to in sicurezza».

Cresce il pressing sul governo per l’attivazion­e del Mose ma i test continuano a svolgersi in «modalità provvisori­a» con gli impianti meccanici, elettrici e di controllo non ancora completame­nte realizzati, e l’assenza degli impianti ausiliari e di emergenza la cui ultimazion­e è prevista nel corso del 2020. Ci sono poi i problemi di personale (manca ancora il numero sufficient­e per far fronte a tutte le bocche), quelli tecnici (i sistemi di emergenza non sono stati testati e collaudati), le criticità riscontrat­e in precedenza (come le vibrazioni alle tubazioni). Poi mancano i collegamen­ti per le comunicazi­oni tra le bocche di porto e la control room all’Arsenale. E non ci sono nemmeno i protocolli di decisione. Troppi rischi da correre, senza un paracadute.

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Una delle ultime prove effettuate per il Mose
In azione Una delle ultime prove effettuate per il Mose

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