Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«I fondi per chi innova un’occasione da sfruttare»
Baretta (Pd): per stoppare l’Iva si è limato su altri fronti
VENEZIA «Pian piano emergeranno gli aspetti positivi contenuti in questa manovra...». Era l’8 dicembre e il testo della Finanziaria, approvata all’alba di Natale, era arrivato alla stesura definitiva; Pier Paolo Baretta, sottosegretario dem all’Economia, esprimeva ottimismo rispetto al lavoro che, di lì a due settimane, avrebbe avuto il timbro del parlamento. A manovra incardinata, gli chiediamo cosa avesse in mente.
Onorevole, ci sono strumenti in Finanziaria di cui si sottostimino gli effetti positivi per l’impresa, specie veneta?
«Innanzitutto ci sono 59 miliardi in 15 anni, 11 nel triennio, destinati a sostenere l’economia nell’ottica della sostenibilità. Siamo di fronte a un’emergenza ambientale che impatta anche sul fronte della competitività. Per il tessuto di aziende venete, molte medie e piccole, e per il comparto agroalimentare, avere un sostegno di questo tipo è molto importante. Torno poi sul mancato aumento dell’iva. Sono 500 euro che le famiglie avrebbero pagato nell’anno. Non si percepisce, perché si cancellano somme non ancora pagate, ma pesa».
Gli industriali, sintesi, parlano di manovra senza visione. Luciano Vescovi, Confindustria Vicenza, a ottobre chiedeva un intervento choc sul cuneo fiscale dedicato ai giovani: due mensilità in più per trattenerli in Italia. Non si è potuto o non si è voluto?
«Non si è potuto. Il blocco dell’Iva ha vincolato 22 miliardi sui 36 della manovra. La scelta era tra rimodulare le varie aliquote e ricavare risorse aggiuntive o tenere tutto com’era. Si è scelta la seconda strada. Per il prossimo anno, comunque, ci sono altri 20,1 miliardi di clausole di salvaguardia da sterilizzare: è bene cominciare a discutere subito per arrivare a formule condivise sulle misure da adottare».
Agostino Bonomo, Confartigianato, apprezza il lavoro sul cuneo ma avvisa: bene abbattere la pressione sul lavoratore ma se nel 2021 si alzano le accise sui carburanti si fa pari e patta: che gli dice?
«Siamo alle solite. Ricordo che sul blocco dell’Iva sono venute pressioni fortissime, da parte del mondo economico e non solo. Avendo impegnato 23 miliardi lì, si è dovuto limare su altri fronti. È andata così, punto. Ora, se vogliamo un cambio di passo, si apre il dialogo con le parti sociali che vogliano contribuire a cambiare agenda. Quel che dice Bonomo sarebbe giusto, se non ci fossero i 23 miliardi di Iva, che invece ci sono».
Misure annunciate e retromarce: per i critici, manca il dialogo coi portatori di interessi. Crede possibile una politica economica più omogenea nelle componenti giallorosse del governo?
«Credo sia necessario e per due motivi. Primo: non ci sono alternative praticabili a questo governo se non il voto, ma credo non sia conveniente, non solo per le forze ora al governo ma anche per l’economia. Abbiamo ottenuto dall’Europa 14.5 miliardi di flessibilità sui conti, il presidente del parlamento europeo è italiano, come il commissario agli Affari economici. Il ministro per l’Economia Gualtieri ha ottimi rapporti coi colleghi europei e la Commissione ha mutato atteggiamento verso di noi. È un momento favorevole che dobbiamo sfruttare. È necessario che tutte le forze economiche e sociali si uniscano per collaborare a quanto serve per cogliere questa occasione». (r.piv.)