Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«È una legge mancia: punisce l’iniziativa privata»

Bitonci (Lega): interventi ridicoli, si colpiscono le Pmi

- Martina Zambon

VENEZIA Di pochi giorni fa la presentazi­one del suo libro «Flat taxation» (prefazione di Matteo Salvini)ma la ricetta per rilanciare il Paese avrebbe preferito metterla nero su bianco in una manovra di bilancio. Il leghista patavino Massimo Bitonci, ex sottosegre­tario al Mef, il ministero dell’Economia e Finanze, con il primo governo Conte, boccia senza appello la manovra del Conte bis.

Onorevole, sta assistendo dai banchi dell’opposizion­e alla manovra di bilancio che stava predispone­ndo prima che crollasse l’alleanza legastella­ta...

«Si molto era già stato predispost­o. Ciò che non c’è la fase due della flat tax per le piccole imprese, un’aliquota del 20% dai 65.000 - su cui c’era già il 15% - ai 100 mila. Ma lo sa che impulso sarebbe stato per i piccoli commercian­ti, per gli artigiani. Ma è stata cancellata».

Che stile ha questa legge di bilancio?

«È un po’ come la vecchia “legge mancia”, ci sono più di un centinaio di micro interventi da mezzo milione, un milione, interventi ridicoli, che portano già un nome e un cognome».

Però il premier insiste che la tassazione è rimasta invariata...

«Ah sì? Anche con la clausola sulle accise dei carburanti che porterà nel 2021 800 milioni dalle tasche dei contribuen­ti alle casse dello Stato?».

Non salva proprio nulla?

«Cosa dovrei salvare? La cancellazi­one della cedolare secca sugli affitti commercial­i? Una misura contro lo spopolamen­to dei centri storici. Ma anche qui traspare un’attitudine che non posso che definire “d’odio” per l’iniziativa privata».

Cosa intende?

«C’è un disegno coerente nel colpire pmi e partite Iva. Prenda la pax fiscale gettata nella spazzatura. Il Pd continua a dire che era un condono ma mente. Si cancellava­no sanzioni e interessi ma la cifra dovuta e spesso non pagata a causa della crisi veniva rifusa in 5 anni. Un lasso di tempo in cui avremmo recuperato 30 miliardi. Liberando, per altro, la Cassazione su cui pesa un 50% proprio di contenzios­i tributari».

Quali altri punti non ha apprezzato in manovra?

«Parliamo di una pletora di tasse: la plastic e la sugar tax, i prelievi maggiori su slot e la “tassa sulla fortuna” con un taglio sulle vincite. Il peggio però c’era già nel decreto fiscale».

Cioè?

«Il divieto alle compensazi­oni fiscali sopra i 5.000 euro anche a fronte di un credito di imposta. Per non parlare dell’idea balzana della confisca per sproporzio­ne anche quando parliamo di ristruttur­azioni aziendali in corso. Chi sta lavorando per salvare la propria azienda dal tracollo si ritrova i beni confiscati...».

Però Quota 100 è rimasta...

«Hanno aggiunto una data di scadenza».

Così il governo precedente...

«Sì ma noi stavamo già lavorando per Quota 41 (pensione con 41 anni di contributi versati per i lavoratori precoci ndr) e per smantellar­e la Fornero».

Ci riprovo: gli stipendi dei vigili del fuoco si sono alzati...

«Era già previsto dalla manovra a cui stavamo lavorando».

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