Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Manovra nel Nordest, i voti delle categorie «Per rilancio e crescita serviva più coraggio»
Cgil: bene cuneo fiscale e lotta all’evasione. Cisl: nulla per il lavoro. La Cgia teme altri balzelli
Nessuno si aspettava
VENEZIA svolte clamorose - le risorse, del resto, sono quelle che sono - ma c’è chi confidava nel «coraggio» di intervenire più incisivamente sul mercato del lavoro per rimettere in moto un’economia ancora impantanata nella stagnazione. La Legge di Bilancio appena varata dal governo Conte-bis non sembra entusiasmare più di tanto il Veneto, dove si esprime un primo verdetto sostanzialmente «attendista»: bene alcuni provvedimenti, male altri. O meglio, male quelle misure di fatto assenti nella manovra. Perché se, da una parte, il congelamento dell’Iva soddisfa un po’ tutti ed eviterà ripercussioni sui consumi interni (il deficit veneto, rispetto al 2007, ammonta ancora a 2,3 punti) dall’altra si segnalano vari elementi ritenuti critici.
E c’è un settore, più di altri, che si dichiara «totalmente insoddisfatto»: è il turismo. «Il voto? Zero spaccato» esordisce Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto. «Da anni chiediamo provvedimenti per un’industria, la nostra, strategica per la regione. Nessun governo ha mai fatto nulla, né di destra né di sinistra». Michielli cita la promozione, la riforma dell’Enit, il regolamento sulla tassa di soggiorno. «Tutto inevaso. La verità è che del turismo non frega niente a nessuno, ma quando gli arrivi crolleranno, come a Venezia dopo l’acqua alta, forse si renderanno conto di quanti soldi perderemo». Un giudizio più ottimistico, al contrario, proviene dalla Cgil, secondo cui il congelamento dell’Iva e il taglio del cuneo fiscale («il primo da 20 anni a questa parte») potrebbero - potenzialmente agevolare la ripresa dei consumi. «Ma importante - afferma il segretario regionale Christian Ferrari - è anche il rilancio della lotta all’evasione fiscale. In Veneto, il fenomeno ammonta all’incirca a 9 miliardi di euro e riguarda il 73% del lavoro autonomo.
Giudichiamo positivamente anche il rilancio degli investimenti “green”, specie dopo la tempesta Vaia e la disastrosa acqua alta di Venezia, così come quei 2 miliardi in più destinati alla sanità. Certo, tutto questo non basterà perché sul lavoro, ad esempio, non è stato previsto granché». Motivo per il quale Ferrari sollecita il governo «a rilanciare le politiche industriali, pena anche il declino del Nordest».
Proprio l’elemento lavoro mette in guardia la Cisl, assai avara di entusiasmi nei confronti della manovra. «Non è stata introdotta alcuna misura per il rilancio dei consumi né della produttività - esclama il segretario regionale
Gianfranco Refosco -, non c’è traccia di indicazioni sulle politiche industriali del Paese né di provvedimenti relativi alle politiche attive del lavoro. Sarebbe servita una campagna straordinaria sulla formazione professionale, così come un sostegno concreto alla manifattura. Non dimentichiamo che la nostra regione vive soprattutto di turismo ed esportazioni. Ed è quest’ultimo “asset” a preoccuparci, considerato anche il rallentamento del settore automotive in Germania, di cui siamo fornitori primari».
Sul fronte degli artigiani, invece, si percepisce una certa prudenza. «Si tratta di una manovra innocua con riserve» afferma Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi della Cgia di Mestre. «Bene lo stop all’aumento dell’Iva, come pure il taglio del cuneo fiscale, che avvantaggerà i consumi delle famiglie. Di negativo - puntualizza Zabeo - ci sono vari elementi: anzitutto la revisione della flat tax per le partite Iva, quindi la tassa da 1,6 miliardi su banche e concessionari autostradali e portuali. Si tratta di balzelli che bastoneranno due volte il Veneto, dove gran parte delle grandi opere è stata realizzata, od è in fase di realizzazione, in project financing, dalla Pedemontana al Passante di Mestre. La stangata finirà per ripercuotersi sui cittadini». Zabeo, tuttavia, promuove gli stanziamenti destinati a Venezia, da 40 a 100 milioni all’anno, mentre sul resto delle voci mantiene distacco. «L’impatto della Brexit, così come pure il rallentamento della Germania rappresentano incognite importanti». il motivo per cui i sindacati, da gennaio, avvieranno tavoli di confronto con il governo. «Da solo il mercato del lavoro non basta», dice Christian Ferrari. In sostanza, lo sviluppo del Veneta non potrà essere delegato ai soli sforzi delle imprese.
Ferrari Solo da noi l’evasione fiscale ammonta a 9 miliardi di euro
Refosco Non c’è niente che possa incidere sulla ripresa del Veneto
Michielli Non c’è niente per il turismo, un settore strategico e trascurato