Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Soldi per non fare multe, agenti condannati Due poliziotti della Stradale dovranno risarcire lo stato con 28 mila euro
TREVISO Nuova tegola legale per gli ex agenti della polizia stradale di Castelfranco accusati di aver chiuso un occhio di fronte alle infrazioni in cambio di una mancia. La Corte dei Conti ha condannato il bassanese Christian Mercadella e il trevigiano Piergiorgio Simeoni al pagamento rispettivamente di 8 mila e 20 mila euro in favore del Ministero dell’Interno a titolo di risarcimento per il danno d’immagine procurato con le loro azioni. Nel 2007 i due erano finiti sotto indagine quando una cimice posizionata nell’auto di un sospettato per traffico di sostanze stupefacenti li aveva pizzicati per caso a chiedere dei soldi all’uomo per non ritiragli la patente. All’epoca dei fatti entrambi erano in servizio presso la polizia stradale di Castelfranco Veneto, Simeoni in qualità di assistente capo e Mercadella come assistente semplice. Secondo le accuse, in più occasioni i due avrebbero indotto gli automobilisti fermati per i normali controlli e beccati a violare il codice della strada a versare loro una somma di denaro per evitare le conseguenze delle infrazioni. Lo stesso, sempre secondo le accuse della Procura, avrebbero fatto nei confronti di alcuni imprenditori dopo aver fermato i loro dipendenti a bordo dei mezzi aziendali. Per questi fatti entrambi furono prima rinviati a giudizio e poi condannati nel 2011. Oggi che le sentenze sono passate in giudicato, secondo la Procura della Corte dei Conti sussisterebbero le condizioni per contestare a Mercadella e Simeoni il danno d’immagine nei confronti dello Stato anche in relazione al clamore mediatico assunto dalla vicenda.Nella sentenza con cui condannano al risarcimento i due ex agenti della stradale di Castelfranco, i giudici della Corte dei Conti evidenziano che il loro comportamento avrebbe minato «integrità, credibilità, affidabilità e autorevolezza» di una forza e di un’amministrazione in cui «i più svolgono il proprio compito con consapevole dedizione, impegno e onestà».
Per queste ragioni la Corte ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura, condannando Simeoni al pagamento di 20 mila e Marcadella di 8 mila euro a favore del Ministero dell’Interno oltre ai 484,87 euro di spese giudiziarie.