Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Soldi per non fare multe, agenti condannati Due poliziotti della Stradale dovranno risarcire lo stato con 28 mila euro

- Andrea Rossi Tonon

TREVISO Nuova tegola legale per gli ex agenti della polizia stradale di Castelfran­co accusati di aver chiuso un occhio di fronte alle infrazioni in cambio di una mancia. La Corte dei Conti ha condannato il bassanese Christian Mercadella e il trevigiano Piergiorgi­o Simeoni al pagamento rispettiva­mente di 8 mila e 20 mila euro in favore del Ministero dell’Interno a titolo di risarcimen­to per il danno d’immagine procurato con le loro azioni. Nel 2007 i due erano finiti sotto indagine quando una cimice posizionat­a nell’auto di un sospettato per traffico di sostanze stupefacen­ti li aveva pizzicati per caso a chiedere dei soldi all’uomo per non ritiragli la patente. All’epoca dei fatti entrambi erano in servizio presso la polizia stradale di Castelfran­co Veneto, Simeoni in qualità di assistente capo e Mercadella come assistente semplice. Secondo le accuse, in più occasioni i due avrebbero indotto gli automobili­sti fermati per i normali controlli e beccati a violare il codice della strada a versare loro una somma di denaro per evitare le conseguenz­e delle infrazioni. Lo stesso, sempre secondo le accuse della Procura, avrebbero fatto nei confronti di alcuni imprendito­ri dopo aver fermato i loro dipendenti a bordo dei mezzi aziendali. Per questi fatti entrambi furono prima rinviati a giudizio e poi condannati nel 2011. Oggi che le sentenze sono passate in giudicato, secondo la Procura della Corte dei Conti sussistere­bbero le condizioni per contestare a Mercadella e Simeoni il danno d’immagine nei confronti dello Stato anche in relazione al clamore mediatico assunto dalla vicenda.Nella sentenza con cui condannano al risarcimen­to i due ex agenti della stradale di Castelfran­co, i giudici della Corte dei Conti evidenzian­o che il loro comportame­nto avrebbe minato «integrità, credibilit­à, affidabili­tà e autorevole­zza» di una forza e di un’amministra­zione in cui «i più svolgono il proprio compito con consapevol­e dedizione, impegno e onestà».

Per queste ragioni la Corte ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura, condannand­o Simeoni al pagamento di 20 mila e Marcadella di 8 mila euro a favore del Ministero dell’Interno oltre ai 484,87 euro di spese giudiziari­e.

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