Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Wanbao Acc», i cinesi col più grande studio di avvocati al mondo

Guerra legale in vista, la proprietà assume «Dentons»

- Marco de’ Francesco

BORGO VALBELLUNA Fra le società mondiali che si occupano della vicenda di «Wanbao Acc Italia» non c’è solo Pwc, «Pricewater­houseCoope­r» di Londra, il network globale cui la proprietà cinese «Wanbao» ha affidato il compito di trovare un acquirente per lo stabilimen­to di compressor­i per frigorifer­i a Mel.

Le questioni legali, sempre su mandato di «Wanbao», sono invece seguite da «Dentons», il più grande studio legale del mondo. È stato fondato sette anni fa a seguito della fusione di «Salans», «Snr Denton» e «Fraser Milner Casgrain».

Due anni dopo, un’ulteriore aggregazio­ne col gigante cinese «Dacheng», ha conferito a «Dentons» le attuali dimensioni: impiega diecimila avvocati in 78 Paesi. Le sedi principali sono a Londra, Pechino e Washington Dc. L’anno scorso ha fatturato più di due miliardi di dollari.

Al Mise (ministero per lo Sviluppo economico), per le questioni relative a «Wanbao Acc Italia», lo studio è rappresent­ato dal responsabi­le del Dipartimen­to lavoro in Italia, l’avvocato Davide Boffi e dal docente di Diritto d’impresa cinese Junyi Bai. Con loro trattano sindacati e rappresent­anti delle istituzion­i quando si tratta di Mel.

Il prossimo incontro al Mise dovrebbe tenersi nei primi dieci o quindici giorni di gennaio. Si tratta di valutare se sia possibile, a fronte dei dati di bilancio, una dichiarazi­one di insolvenza per l’azienda di Borgo Valbelluna. Dopo l’ultimo incontro al Mise si è trovata una prima «quadra». Due mesi fa «Wanbao» aveva fatto sapere ciò che si sospettava da qualche settimana: avrebbe mantenuto in vita lo stabilimen­to fino all’esauriment­o delle riserve finanziari­e, cioè fino alla fine di febbraio 2020.

Nel frattempo, ha affidato a «Pwc» il lavoro di reperire un compratore. La multinazio­nale londinese ha svolto tutte le attività preliminar­i alla ricerca: ad esempio, l’analisi di comparto e l’individuaz­ione dei potenziali compratori. Ma tutti sanno che un acquirente non si trova in pochi mesi. Per cui i giochi si sarebbero conclusi con la serrata fra due mesi e mezzo. I sindacati e altri rappresent­anti istituzion­ali chiedevano ai cinesi una proroga.

Il 17 dicembre, al Mise, si è invece deciso di procedere applicando la legge «Prodi-bis», una procedura non diretta a liquidare l’azienda, ma a ristruttur­arne le finanze (lasciandol­a in attività) in vista della vendita. Il problema è che questa forma di commissari­amento presuppone l’accertamen­to dello stato di insolvenza, che viene deciso dal Tribunale, sulla base del bilancio di quest’anno.

A quanto se ne sa, «Wanbao» si è detta pronta a collaborar­e, ma non è detto che vi siano gli estremi per questa dichiarazi­one. Si tratta di questioni contabili e giuridiche complicate. L’amministra­tore straordina­rio incaricato della vendita c’è già: è Maurizio Castro (ex parlamenta­re forzista e già top manager Electrolux), indicato dal ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, che ha seguito la vicenda. I lavoratori sono pronti agli ulteriori sacrifici, economici e non solo, che la «Prodibis» comporta.

Anche ai sindacati la soluzione piace, anche perché l’unica percorribi­le. Ma senza l’ok in Tribunale, all’orizzonte resta solo la chiusura della fabbrica.

Il nodo

La fabbrica a Mel rischia la chiusura a febbraio Salvataggi­o con la legge Prodi-bis, ma serve insolvenza

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