Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Assunti i primi specializz­andi

Sono 22, andranno in quattro province. Destinati a Pronto Soccorso, Anestesie e Medicine

- Nicolussi Moro

VENEZIA Arrivano in corsia i primi 22 specializz­andi assunti dalla Regione. Per dirla con le parole dei diretti interessat­i nei reparti loro c’erano già, a svolgere il tirocinio di legge: la novità è che ora gli specializz­andi al quarto e quinto anno, vincitori di concorsi banditi da Azienda Zero, vengono assunti con contratto da dirigente medico a tempo determinat­o.

VENEZIA Arrivano in corsia i primi 22 specializz­andi assunti dalla Regione. Per dirla con le parole dei diretti interessat­i nei reparti loro c’erano già, a svolgere il tirocinio di legge: la novità è che ora gli specializz­andi al quarto e quinto anno, vincitori di concorsi banditi da Azienda Zero, vengono assunti con contratto da dirigente medico a tempo determinat­o. Fino a specializz­azione completata, quando passeranno a tempo indetermin­ato. E’ la prima applicazio­ne del decreto Calabria, che a fronte della carenza di medici (circa 50mila in Italia, 1300 nel Veneto), prevede l’assunzione di specializz­andi agli ultimi due anni di corso, previo accordo con le Università di riferiment­o. Chiamate a dichiarare il livello di autonomia di ogni specializz­ando, in modo da capire quali compiti potergli assegnare in sicurezza.

«E noi il protocollo con gli Atenei di Padova e Verona l’abbiamo appena sottoscrit­to — ricorda il governator­e Luca Zaia — siamo apripista in Italia. I rettori Rosario Rizzuto e Pier Francesco Nocini hanno ottenuto l’approvazio­ne all’unanimità dai rispettivi Cda e Senati accademici. L’accordo prevede anche l’ampliament­o della rete formativa, cioè del numero di ospedali nei quali gli specializz­andi possono svolgere il tirocinio ed essere assunti». Agli ospedali universita­ri di Padova e Verona e a quelli di Treviso, Venezia e Vicenza si aggiungono gli altri due hub di Belluno e Rovigo e gli spoke, tra cui Bassano, Camposampi­ero, Santorso, Cittadella, Feltre, Mirano, solo per citarne alcuni. «Per noi sarebbe una bella boccata d’ossigeno, che ci consentire­bbe di risparmiar­e i soldi ora investiti in convenzion­i con le altre Usl e in contratti libero-profession­ali — dice Adriano Rasi Caldogno, dg dell’Usl 1 Dolomiti

—. Ci mancano 130 specialist­i». L’accordo sarà siglato con altre Università, tra cui Ferrara e Trieste.

I 22 specializz­andi saranno impiegati in Azienda ospedalier­a a Verona (il numero maggiore: 7), a Treviso, Bassano, Santorso e nei presìdi dell’Usl 4 Veneto Orientale (Portogruar­o e San Donà). Si tratta di anestesist­i, medici di Pronto Soccorso e internisti. «Con la Regione abbiamo lavorato mesi per arrivare ad un accordo che garantisca allo specializz­ando di continuare una formazione di qualità e nello stesso tempo ottenere un contratto comprensiv­o di tutte le voci, incluse le indennità di esclusiva, di posizione e di risultato — spiega il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di

Medicina di Padova —. Non sarà un tappabuchi, ma starà 32 ore alla settimana in reparto, contro le 38 di un medico strutturat­o, e trascorrer­à le altre 6 ore in Ateneo. E’ una misura emergenzia­le: se si presentano ai concorsi, la precedenza va agli specialist­i».

Perplesso Mirko Claus, presidente nazionale di F ed er specializz­andi :« Saremmo più tranquilli se le Regioni arrivasser­o a un accordo-quadro col governo per l’applicazio­ne uniforme del decreto Calabria. Altrimenti ognuna deciderà per conto proprio orario di lavoro, parte teorica della formazione e la responsabi­lità in caso di contenzios­o della figura ibrida specializz­ando dirigente medico ».

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Al comando L’assessore Manuela Lanzarin, il presidente Luca Zaia e il dg Domenico Mantoan

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