Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sarà l’«Agenzia per Venezia» a gestire il Mose

Il sottosegre­tario Martella: «Bozza al Comitatone, regia anche per le emergenze»

- di Francesco Bottazzo

Presto il governo istituirà l’Agenzia di Venezia, un organismo che avrà il compito di gestire il Mose. Tra i componenti del nuovo organismo: il provvedito­rato, la Capitaneri­a, il Porto, la Regione e la Città metropolit­ana.

VENEZIA Per gestire il Mose nasce l’Agenzia per Venezia. L’accelerazi­one c’è stata nelle ultime settimane dopo l’ultimo Comitatone (l’organismo che ha il compito di decidere della salvaguard­ia di Venezia) del 26 novembre e l’emergenza di lunedì notte — quando il Provvedito­re alle Opere pubbliche del Triveneto ha ipotizzato di alzare le paratoie di Treporti se non poi fare dietrofron­t per i benefici minimi rispetto ai rischi che si sarebbero corsi — ha reso la cabina di regia ancora più necessaria. «Va creato al più presto un organismo che si occupi della gestione e della manutenzio­ne del Mose fin da subito, abbiamo visto che il suo utilizzo potrebbe proteggere Venezia prima del dicembre 2021, data in cui è stata fissata la consegna dell’opera», spiega il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio dei ministri Andrea Martella. Il governo sta già lavorando all’Agenzia che potrebbe essere presentata, in bozza, già al prossimo Comitatone di gennaio quando si parlerà anche di grandi navi oltre che della gestione delle opere a difesa della città. Martella pensa a una sorta di nuovo magistrato alle Acque («Ripristina­ndo cosi una istituzion­e storica», dice) che possa riunire tutti i soggetti competenti sulla laguna: Provvedito­rato alle opere del Triveneto, la Capitaneri­a, il Porto, la Regione e la Città metropolit­ana «le cui competenze vanno ampliate rispetto ad oggi».

Perché chi ha il compito e l’onere di decidere quando alzare le paratoie? Oggi non c’è scritto da nessuna parte, tanto che la scorsa notte quando le previsioni stimavano 140 centimetri per la mattina della vigilia di Natale, il Provvedito­re facente funzione Cinzia Zincone,

sentito il commissari­o del Mose Elisabetta Spitz e il prefetto Vittorio Zappalorto, ha chiesto al Consorzio di Venezia Nuova se c’erano le condizioni di chiudere almeno una parte della bocca del Lido, ventuno paratoie in tutto rispetto alle 78 complessiv­e delle tre bocche di porto (che comprendon­o anche Malamocco, Chioggia oltre alla parte di San Nicolò). «Ma i rischi sarebbero stati maggiori dei benefici, l’acqua si sarebbe potuta abbassare di cinque, o forse anche di due soli centimetri», ha spiegato Zincone, tanto da spingere Roma a chiedere una relazione su quanto avvenuto il 23 dicembre. Oggi infatti i test vengono fatti in «modalità provvisori­a» con gli impianti meccanici, elettrici e di controllo non ancora completame­nte realizzati, e l’assenza degli impianti ausiliari e di emergenza (antincendi­o, generatori elettrici, trattament­o aria e ascensori) la cui ultimazion­e è prevista nel corso del 2020. Ci sono poi i problemi di personale (manca ancora il numero sufficient­e per far fronte a tutte le bocche), quelli tecnici (i sistemi di emergenza non sono stati testati e collaudati, uno fra tutti i generatori elettrici di emergenza che garantiran­no l’erogazione della corrente elettrica in caso di interruzio­ne della rete generale, come è accaduto più volte con l’acqua granda, che potrebbero rendere ingovernab­ile tutto il sistema). E non ci sono i protocolli di decisione, gestione e codifica delle procedure.

Ecco che l’organismo di controllo diventa fondamenta­le: «Deve decidere nelle situazioni di emergenza, già oggi — sottolinea il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio — Occuparsi della gestione del Mose, stabilendo quando dovrà essere alzato, ma anche della manutenzio­ne che dovrà avvenire con risorse statali». Per questo i tempi non potranno essere lunghi: il documento di indirizzo sarà pronto a metà gennaio poi l’istituzion­e dell’Agenzia sarà inserita in un decreto del governo relativo alle Infrastrut­ture. «La priorità adesso è lavorare alla conclusion­e del Mose rendendolo al più presto funzionant­e ed evitando emergenze continue — spiega Martella — Per il futuro l’agenzia per Venezia diventa determinan­te ben prima della consegna dell’opera consideran­do che da più parti viene chiesto di alzare le paratoie prima del dicembre 2021». Il nuovo organismo avrebbe quindi tutta una serie di poteri, recuperand­o anche il ruolo della Città metropolit­ana (che comprende non solo il Comune di Venezia ma anche tutte le altre amministra­zioni i cui territori sono in gronda lagunare). Fu proprio l’attuale sottosegre­tario nel 2015 a prevedere poteri e competenze sulla laguna per il nuovo ente a cui però non sono mai state trasferite.

«Per me sul Mose vanno dati pienipoter­i al sindaco di Venezia, che governa la salute e la sicurezza dei cittadini — ha affermato invece ieri il presidente del Veneto Luca Zaia — Meno lunga è la catena decisional­e più veloci possiamo essere. Fermo restando che, sul fronte della spesa, a pagare deve essere il governo».

 Zaia Pieni poteri al sindaco che governa la salute e la sicurezza dei cittadini

 ??  ??
 ??  ?? Dighe In alto le paratoie sollevate del Mose di Lido Treporti, sotto la diga che protegge San Pietroburg­o dal Golfo di Finlandia e chiude il bacino della Neva
Dighe In alto le paratoie sollevate del Mose di Lido Treporti, sotto la diga che protegge San Pietroburg­o dal Golfo di Finlandia e chiude il bacino della Neva

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy