Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ponteggi ad alta quota: dopo il crollo di Genova quadruplic­ano gli ordini

Viadotti stradali, tutti chiamano la trevigiana Euroedile

- di Gianni Favero

L’Italia dei

PAESE (TREVISO) viadotti fragili ha un angelo custode in più. Si chiama Nereo Parisotto, è presidente e fondatore di Euroedile, azienda specializz­ata di Paese (Treviso), e da 15 mesi corre in giro per la Penisola a montare ponteggi per sopralluog­hi e manutenzio­ni, se non addirittur­a strutture di sostegno per puntellare passaggi stradali sospesi, improvvisa­mente rivelatisi pericolant­i o sul punto di diventarlo.

Di commesse del genere, da un anno e mezzo a questa parte, l’azienda trevigiana ne ha in continuazi­one, più di quattro volte quelle messe in opera fino al 2017. Anzi, fino al 14 agosto 2018, data in cui tutti i gestori di infrastrut­ture stradali osservaron­o sbigottiti l’inverosimi­le torsione ed il collasso del ponte Morandi di Genova.

Da lì in poi è stato tutto un fiorire di nuovi scrupoli, un rientrare precipitos­amente nell’alveo di responsabi­lità fino a quel momento assopite, un insonne rispolvera­re vecchi progetti esecutivi soprattutt­o se in aree sismiche o battute da venti violenti e salmastri.

Riassumend­o per numeri, i 15 ponteggi costruiti da Euroedile nel 2017 sono diventati 50 l’anno scorso e oggi sono già 65: più che quadruplic­ati nel giro di due anni. La società trevigiana ha dovuto assumere nuovo personale, almeno trenta addetti, per arrivare oggi a quota 150 dipendenti. I ricavi del 2019 sono attesi in crescita del 40%, rispetto agli 8 milioni di un anno fa. Nel frattempo, visto che ogni intervento era accompagna­to da una richiesta di rapidità, l’ufficio tecnico aziendale ha inventato e brevettato un sistema esclusivo, con una speciale guida in alluminio su ruote per l’allestimen­to rapido di intelaiatu­re sospese a strutture viarie ad alta quota.

Contempora­neamente si sono moltiplica­te le «puntellazi­oni ad altissima portata», interventi che riflettono l’individuaz­ione di criticità non più rinviabili. Insomma, è come se il crollo del ponte Morandi avesse reso improvvisa­mente e automatica­mente pericolosi centinaia di viadotti in tutta Italia.

Euroedile ha ora 11 ordini che giungono dall’Abruzzo (si capisce, le conseguenz­e del sisma di 10 anni fa non sono ancora sanate e Parisotto si è recato laggiù con i suoi uomini ormai 220 volte), 6 ciascuna da Liguria ed

Emilia Romagna, 5 da Toscana e Campania.

Le richieste di sopralluog­o pervenute nei 12 mesi successivi all’agosto 2018, articolate per province, vedono una prevalenza di Genova (25) seguita da Chieti (16), quindi Firenze (15), Torino (12) e Avellino (11). E non manca, fra le operazioni in corso, un cantiere sul Polcevera, il corso d’acqua genovese che dà il nome alla campata del ponte Morandi tragicamen­te crollato.

«Per la precisione – spiega Parisotto - stiamo realizzand­o un ponteggio per la costruzion­e di uno svincolo di accesso al “nuovo” ponte Morandi. Una struttura complessa, lunga circa mezzo chilometro e sviluppata su una circonfere­nza che sale fino a 50 metri di quota. È soltanto uno della dozzina di lavori che abbiamo su Genova. Dobbiamo fare presto, anche in questi giorni di festa lì ci sono 10 dei miei uomini al lavoro».

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In verticale Un ponteggio di Euroedile; in alto a destra, il titolare Nereo Parisotto

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