Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Benetton, sfida alle Zebre «Chiudiamo bene l’anno»
A Monigo (ore 14) il derby d’Italia di Guinness Pro 14
Dopo il primo round di una settimana fa, con i Leoni che nella battaglia del Lanfranchi hanno prevalso 13-8 sulle Zebre, quest’oggi a Monigo (ore 14 diretta Dazn) va in atto il secondo tempo del derby d’Italia tra Benetton e Ducali.
Grazie alla gioia di Parma i biancoverdi sono saliti a 18 punti nella Conference B di Pro14 e se bissassero il successo nel derby odierno, magari aggiungendo un punto di bonus, andrebbero ad appaiare Cardiff in quinta piazza, avvicinandosi alla soglia playoff. «É una partita importantissima, sia per i punti in classifica che per il morale, visto che il derby è il match più sentito. Sarebbe bello chiudere in bellezza l’anno» ha raccontato Federico Ruzza, che un anno fa (il 29 dicembre ndr) nel vittorioso 28-10 di Monigo sulle Zebre siglò una meta.Ma i parmensi, nonostante il penultimo posto nella Conference A, hanno dimostrato di saper dare filo da torcere.
Oggi, in un terreno di gioco di Monigo che dovrebbe promettere un rugby più spettacolare, Keatley e soci dovranno limitare l’indisciplina; il tallone d’Achille dei Leoni. «Alle Zebre piace giocare molto nella loro metà campo e sarà una partita diversa rispetto a una settimana fa dove abbiamo fatto qualche fallo di troppo. – prosegue Ruzza – Dovremo migliorare quest’aspetto».
Per l’ultima partita del 2019, Kieran Crowley cambia alcune pedine dal sacco di Parma. Nel XV capitanato da Duvenage, il triangolo allargato sarà composto da Ioane, Hayward (alla 100esima presenza in biancoverde) e Tavuyara, con il figiano schierato all’ala per far posto al centro a Brex. Senza Halafihi, squalificato fino al 13 gennaio dalla commissione disciplinare per un fallo ai danni di Elliot nel derby di sabato scorso, Steyn veste i panni del numero 8 e ci saranno Pettinelli e Lazzaroni in terza linea. In sala macchine Ruzza ed Herbst, per un Benetton che oggi indosserà la nuova terza maglia, ideata dall’artista Jean-Charles de Castelbajac.