Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Cellulari e social negati all’ultrà «sorvegliato speciale»
Venezia, decisione del Tribunale. Primo caso in Veneto
VENEZIA Cellulare e uso dei social vietati all’ultrà del Venezia «sorvegliato speciale». Il provvedimento ha colpito un tifoso pluridaspato.
VENEZIA Negli ultimi anni era già stato colpito da numerosi Daspo. Per molto tempo non è potuto entrare allo stadio, ma i suoi comportamenti violenti sembrano non essersi arrestati. E adesso, ci ha pensato il tribunale a fermarlo. A.V. ultras del Venezia FC, è stato sottoposto a regime di sorveglianza speciale.
Il provvedimento, che durerà per tre anni, è stato notificato nei giorni scorsi dalla polizia al tifoso, che abita a Spinea, ed è la prima misura così restrittiva applicata in Veneto nei confronti di un ultrà. Un provvedimento che si differenzia di poco dagli arresti domiciliari, visto che A.V. non avrà nemmeno la possibilità di utilizzare cellulari o telefoni, tanto meno computer, per comunicare con qualcuno o accedere a internet.
I motivi che hanno spinto il tribunale a prendere una decisione così severa sono molti. Infatti se da un lato quella di A.V., 49 anni, è la storia di un tifoso che non ha mai smesso di amare e accompagnare la propria squadra del cuore, dall’altro è anche quella di un uomo che in più occasioni si è mostrato aggressivo e violento e ha creato problemi alle forze dell’ordine.
Una delle vicende più gravi che lo hanno visto coinvolto risale a nove anni fa e già l’anno scorso, a maggio, insieme ad altre due persone il 49enne era stato condannato a sei anni e tre mesi di reclusione. L’accusa era di aver sfregiato un ultras del Mestre al parco della Bissuola, dove si erano dati appuntamento.
La vittima, in quell’occasione, era stata colpita al volto con un tirapugni ed era finita all’ospedale. Con il passare delle settimane il danno fisico si era rivelato permanente. Una vicenda, questa, che non si era conclusa così, ma che era proseguita nei giorni successivi con un regolamento di conti.
Una vendetta da parte del fratello della vittima, che aveva colpito con un martello uno dei tre aggressori e che l’anno scorso per questo è stato condannato a due anni di reclusione.
Nonostante la pena severa di oltre sei anni ricevuta l’anno scorso, il 49enne di Spinea sembra non aver smesso di creare problemi.
Qualche mese fa si sarebbe reso protagonista di un ulteriore episodio violento in occasione di una partita di basket.
Il cumulo di vicende che lo hanno visto coinvolto ha portato, quindi, il tribunale a emettere nei suoi confronti una misura più restrittiva del Daspo, che finora non è stato sufficiente: la sorveglianza speciale.
Il 49enne per i prossimi tre anni non potrà allontanarsi da casa senza prima aver avvisato l’autorità di pubblica sicurezza e, comunque, non potrà uscire tra le 22 e le 7 del mattino se non per gravi motivi e, comunque, comunicandolo.
Dovrà «darsi contestualmente alla ricerca di lavoro, vivere onestamente, rispettare le leggi e non associarsi abitualmente a persone che hanno subìto condanne o che sono sottoposte a misure di prevenzione», si legge nel provvedimento, che include un’ulteriore disposizione. Quella di non poter tenere con sé «apparati di comunicazione» e di non poter accedere a internet.
Divieti
L’ultrà non potrà allontanarsi da casa dalle 22 alle 7 del mattino