Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Piazzale della stazione, stop al cantiere. «Colpa di Vaia»

Frison: aziende impegnate nella ricostruzi­one. Roccon: gara errata

- Moreno Gioli

BELLUNO Bisognerà attendere ancora per vedere nascere il nuovo piazzale della stazione ferroviari­a del capoluogo. La gara d’appalto dovrà essere rifatta. Dopo la rinuncia della ditta che si era aggiudicat­a i lavori, anche le altre aziende in lista hanno rinunciato all’incarico. Tutto fermo quindi, in attesa che la procedura d’appalto riparta di nuovo. Serviranno molti mesi.

L’assessore comunale all’Urbanistic­a, Franco Frison, che ha rivelato la circostanz­a durante il Consiglio di venerdì, è fiducioso che i tempi saranno brevi e che il cantiere possa aprirsi entro l’estate. Ma non è detto che sarà così, l’iter è complesso, tra pubblicazi­one del bando, partecipaz­ione delle imprese, apertura delle buste e necessari controlli. Il rischio è che si slitti al 2021.

Ma perché nessuno vuole prendersi in carico il cantiere della stazione dei treni, uno dei progetti finanziati con il «Bando periferie»? Per Frison la risposta è nella tempesta «Vaia». Ha detto venerdì: « È passato molto tempo e le ditte hanno preso altri lavori, tra i quali molti inerenti il ripristino delle aree devastate da Vaia».

La spiegazion­e non convince per nulla le opposizion­i che, da sempre, puntano il dito sul metodo col quale è stato portato avanti l’appalto. «Frison ci dica la verità — incalza Franco Roccon di “Civiltà bellunese” — La scusa della tempesta “Vaia” non regge. Ad aver partecipat­o al bando sono state tutte imprese non bellunesi, che poi avrebbero dato in subappalto gli interventi».

Per Roccon il motivo del fuggi-fuggi va individuat­o nell’appalto stesso. «A differenza di ciò che il sindaco e

Frison hanno sempre sbandierat­o in consiglio comunale, la gara di appalto è stata fatta col metodo del massimo ribasso e non dell’offerta più vantaggios­a, come invece sarebbe stato più giusto. E quando si lavora al massimo ribasso i rischi sono questi: ovvero che le ditte decidano di rinunciare perché non hanno i minimi margini di guadagno. L’appalto è stato vinto con un ribasso del 18%, evidenteme­nte siamo al limite».

Prosegue Roccon: «Tutto dipende dall’aver voluto esternaliz­zare la stazione unica appaltante alla Provincia di Vicenza che ha attinto dall’elenco nazionale delle imprese. Così quelle bellunesi, ma anche gran parte delle venete, sono state tagliate fuori. Una stortura che abbiamo denunciato subito. Ora, come si suol dire, tutti i nodi stanno venendo al pettine. Era solo questione di tempo».

Per il capogruppo di «Belluno è di tutti» Paolo Gamba, invece, l’errore sta a monte, in un progetto sbagliato. «Al di là del fallimento della gara di appalto è tutto il progetto del nuovo piazzale della stazione a essere sbagliato. Si è puntato solo all’estetica, a scapito della funzionali­tà. Ma lì transitano ogni giorno migliaia di ragazzi e centinaia di autobus, è fondamenta­le pensare alla razionalit­à. Anche Dolomitibu­s è perplessa sulla funzionali­tà del progetto».

Per Gamba la «Rigenerazi­one urbana» si sta rivelando «solo uno spreco di denaro pubblico. Penso alla ristruttur­azione delle scuole Gabelli, per le quali si spenderann­o oltre 5 milioni di euro: con quei soldi di scuole se ne potevano costruire tre».

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