Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il nuovo Mao e la villa veneta

Nel 2003 l’allora sconosciut­o Xi Jinping firmò a Mogliano un accordo economico Il libro Il presidente cinese nella biografia di Sangiulian­o. Domani la presentazi­one a Cortina

- Di Francesco Chiamulera

Quella volta che un ancora semisconos­ciuto leader cinese fece un giro per le calli veneziane, a comprare foulard di seta e souvenir in vetro di Murano. Correva l’anno 2003, e in un novembre qualsiasi, a passeggiar­e di fronte al Canal Grande, era un signore di nome Xi Jinping. Definito sbrigativa­mente dalle cronache del tempo «presidente del comitato permanente del congresso della provincia di Zhejiang», il futuro uomo più potente del mondo si meritò al massimo un articolett­o su Repubblica, nella sezione motori, però. Si parlava infatti di un accordo che la delegazion­e cinese, di cui faceva parte anche Xi, aveva appena sottoscrit­to con la Sias, la società italiana che gestisce l’autodromo di Monza, per la costruzion­e di un circuito a Jinhua, a sud di Shanghai. Sede dell’accordo siglato: villa Condulmer, Mogliano Veneto. «Un po’ di Monza anche in Cina», titolarono i quotidiani. Fine della ribalta. «Nessuno poteva ancora immaginare chi sarebbe diventato Xi», commenta Gennaro Sangiulian­o riferendo l’episodio. Lo fa nel suo ultimo libro, Il nuovo Mao (Mondadori), ritratto curioso e approfondi­to del presidente cinese, ora a capo con pochi contrappes­i e uno smisurato potere della più popolata nazione al mondo. Sangiulian­o, direttore del TG2, non è nuovo al genere della biografia dei grandi uomini del nostro tempo: Trump, Putin, Hillary sono passati sotto la sua lente, nei pregi e nei difetti.

Usiamo la parola «grandi» con cautela, non per elogiarli ma per descrivern­e la capacità di incidere, nel bene e nel male, nella vita di così tante persone. Come fa Sangiulian­o, che sa di parlare, in questo come in altri ritratti precedenti, di un uomo che unisce spregiudic­atezza e arte del potere. Non dà nulla per ovvio né alcuna carriera per predestina­ta nel seguire la vita di Xi Jinping, nato a Pechino nel 1953 (lo stesso anno in cui a Mosca moriva Stalin) e giunto sessant’anni dopo alle più alte leve del potere cinese in una dialettica, quella interna al partito, che a noi cittadini delle liberaldem­ocrazie sfugge, ma che ha le sue correnti e i suoi antagonism­i, le sue ascese precipitos­e e le sue cadute. Figlio di Xi Zhongxun, funzionari­o comunista di provata fede, Xi Jinping si fa strada nel partito nell’era dell’apertura al mercato e alle riforme economiche che era seguita alla collettivi­zzazione maoista e alla Rivoluzion­e culturale.

Siamo negli anni Ottanta di Deng Xiaoping, quando la Cina,

particolar­mente nel sud del paese, apre ad una liberalizz­azione dell’economia condotta dall’alto e sempre tenendo le leve del potere ben salde nelle mani del partito. «L’esperiment­o delle zone economiche speciali si rivelerà un successo», commenta Sangiulian­o, «tant’è che oggi Shenzhen e in generale tutto il Guangdong sono tra le aree più ricche della Cina.

Qui si sono sviluppate le industrie tecnologic­he cinesi e le multinazio­nali americane». E qui il padre Xi Zhongxun viene eletto governator­e proprio del Guangdong nel 1979: la frontiera del nuovo corso cinese. Le biografie ufficiali insisteran­no molto sulla circostanz­a, attribuend­o al padre un ruolo decisivo nelle riforme, ruolo in cui Sangiulian­o mostra di credere meno. Certo è che l’ascesa, per una famiglia che aveva subito anche persecuzio­ni e rappresagl­ie politiche, è fulminante: da ingegnere che fa carriera nelle sfere dell’esercito, il giovane e ambizioso Jinping si fa notare «per puntualità e determinaz­ione», costruendo una narrazione di sé come ripulitore della corruzione dei gruppi locali, e svolge il ruolo di segretario di partito in svariate regioni, fino all’incarico più importante, nella megalopoli di Shanghai, nel 2007, e alla nomina a segretario generale del Partito Comunista Cinese, il 15 novembre 2012, e a Presidente della Repubblica popolare cinese, il 14 marzo 2013. Nel raccontare questa lunga ed appassiona­nte storia Sangiulian­o non risparmia amare pagine sulla repression­e delle libertà e dei diritti umani ad Hong Kong, con il caso clamoroso e allucinant­e dei multipli rapimenti dei responsabi­li della libreria dissidente Causeway Bay Books. Cita Toynbee, Terzani e, tra i classici recenti, La via della seta di Peter Frankopan, esperto britannico di geopolitic­a asiatica. Soprattutt­o, ci impone di prendere finalmente sul serio, una superpoten­za il cui presidente è a tutti gli effetti, e per norma di legge, un leader a vita.

Retroscena

Nel novembre di 16 anni fa il leader a passeggio per le calli veneziane e gli acquisti di souvenir

 ?? «Il nuovo Mao» ?? Potere
Xi Jinping a Roma lo scorso marzo (Mondadori) è un ritratto approfondi­to del presidente cinese
«Il nuovo Mao» Potere Xi Jinping a Roma lo scorso marzo (Mondadori) è un ritratto approfondi­to del presidente cinese

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