Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
MONTAGNE E VACANZE SICURE
La tempesta perfetta si scatena quando ricorrono tutte le condizioni all’origine di questo calamitoso fenomeno atmosferico. Anche con le valanghe succede qualcosa di simile e lo dimostrano le cronache di questi giorni in montagna: abbondanti precipitazioni nevose su un terreno ancora caldo al quale la neve fatica ad attaccarsi, venti impetuosi che creano imponenti accumuli sottovento, rialzo delle temperature. Come se non bastasse, questi fenomeni concomitanti si sono presentati nelle giornate delle vacanze natalizie, quando ovunque in montagna si registra un record di presenze. È la stessa incidenza statistica che si ripropone con gli incidenti stradali durante l’esodo di Ferragosto. Molti lettori si saranno chiesti perché tante valanghe negli ultimi anni, che fra l’altro non sono stati particolarmente nevosi. Le risposte sono due: il mito del fuoripista e il boom dello scialpinismo. Lo sci è uno sport ormai maturo, con oltre cento anni di storia. L’attrezzatura è migliorata tantissimo e oggi a sciare si impara facilmente e in fretta. Oggi tutti sciano abbastanza bene e il migliore possesso della tecnica ha fatto sì che lo sguardo di molti cercasse nuovi orizzonti. A chi ha cominciato a sentire le piste come troppo strette, benché se ne facciano di sempre più larghe e confortevoli, si sono dischiusi i regni attigui del freeride e delle pelli di foca. Il comune denominatore di entrambi è la neve fresca. Celebrata un tempo dalla pubblicità come esperienza per pochi.
Oggi è diventata alla portata di tutti, grazie anche a un’attrezzatura mirata per questo terreno. Della polvere, della farina, della fresca, della neve impalpabile in cui lasciare le proprie simmetriche firme si parla sempre più spesso nelle stazioni e le action camera fissate sul casco sono gli strumenti deputati con cui raccogliere le testimonianze delle proprie prodezze, per poi riversarle sui social. Ma fra il dire e il fare ci sono di mezzo l’esperienza, la conoscenza della montagna, la capacità di valutare un pendio, che non si improvvisano sui due piedi. Certo, ci sono le guide alpine e i corsi del Cai, ma per molti vige la consuetudine del fai da te. Non deve dunque stupire se le valanghe approdano sempre più spesso alle pagine dei quotidiani. Non ne cadono di più di un tempo. Più di un tempo sono le persone che ci finiscono sotto. Altro discorso occorre fare per le piste. Qui le valanghe non devono assolutamente cadere e non devono farlo per contratto. Acquistando un abbonamento giornaliero io mi garantisco infatti l’accesso a un comprensorio, in cui posso sciare senza alcuna preoccupazione, perché ad assicurarmi le necessarie condizioni di sicurezza ha provveduto il gestore della concessione. Sostenere che in montagna la sicurezza assoluta non esiste può andare bene per quello che anche le guide alpine definiscono «terreno d’avventura», non per le piste, dove infatti portiamo con tutta tranquillità i nostri bambini. L’inchiesta delle autorità chiarirà cosa è accaduto in Val Senales, ma va fin d’ora sottolineato che la sicurezza in pista è uno dei pilastri del mondo degli sport invernali, senza cui viene meno una certezza fondamentale: noi siamo lì per divertirci e in quell’ambiente protetto non siamo disposti a correre alcun rischio a causa delle valanghe. Già oggi gli impiantisti sono affidabili in tal senso, ma occorre che lo siano sempre di più, affinché le piste da sci continuino a essere luoghi in cui vivere serene ore sportive insieme ai nostri cari.