Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pericolo valanghe anche in Veneto, su Dolomiti e Prealpi
Allarme valanghe, «marcato» sulle Dolomiti e «moderato» sulle Prealpi.
Cinque morti in una settimana, tra cui due sciatrici di 7 anni, sulle montagne del Trentino Alto Adige. E ora il pericolo valanghe si estende al Veneto: sorvegliati speciali monte Baldo e Carega. Da oggi, a causa di abbondanti nevicate previste su Dolomiti e Prealpi, l’Arpav indica infatti per le Dolomiti pericolo slavine arancione, cioè di grado 3 «marcato», e per le Prealpi giallo, ovvero 2, «moderato». «Oltre il limite del bosco sono diffusi gli accumuli da vento consolidati con la neve sottostante, anche a causa delle miti temperature — recita il bollettino Arpav —. Il pericolo di valanghe è 3 sulle Dolomiti per la possibilità di distacchi di lastroni già con debole sovraccarico, cioè singolo sciatore o escursionista con racchette da neve. Sulle Prealpi i lastroni da vento sono meno diffusi, anche se innescabili sempre con debole sovraccarico. La presenza diffusa di lastroni da vento richiede una buona capacità di scelta delle tracce di salita e discesa oltre il limite del bosco, specie nelle zone poco battute. Si consiglia di aggirare in sicurezza gli accumuli. Nelle zone di cresta ci sono superfici erose difficilmente sciabili, mentre nel bosco in ombra lo strato superficiale è ancora a debole coesione».
L’allerta per ora è diramata fino al 2 gennaio e in particolare «sul monte Baldo e sul Carega si prevedono distacchi di grandi masse nevose anche su pendii poco ripidi». Sconsigliate gite su versanti a rischio e in luoghi che possano intercettare scarichi di neve.
«A novembre abbiamo avuto una forte precipitazione in un unico evento e ciò ha consentito alla neve di stabilizzarsi sul terreno — spiega Franco Nicolini, guida alpina di Molveno, già campione italiano e vicecampione europeo di scialpinismo, noto nel mondo anche per l’apertura di nuove vie, tra le quali la «Dolomieu» —. Un’altra nevicata a dicembre non ha legato con il primo strato e negli ultimi giorni il vento, grande costruttore di valanghe, ha trasportato molta neve, creando accumuli in alcune zone della montagna, come i canaloni o le creste. E’ naturale che la combinazione di tutti questi elementi innalzi il rischio valanghe, però sarebbe meglio non mettere piede in queste zone».
Agli amanti della montagna Nicolini consiglia: «Bisogna seguire dei corsi che insegnino a usare i dispositivi di protezione individuale in caso di valanghe, ovvero Arva, pala e sonda. E poi il giorno prima della gita si deve studiare l’itinerario, esaminare il bollettino valanghe e valutare il terreno. Se ci si accorge che la situazione è pericolosa, bisogna tornarsene a casa senza pensarci due volte. Il problema è che fino a pochi anni fa lo scialpinismo era considerato uno sport di primavera, ora invece si tende a praticarlo anche d’inverno, senza rispettare i tempi della natura. Ciò comporta maggiori rischi: la mentalità di fare tutto in tempi brevi può provocare tragedie».