Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Medicina, via all’inter-ateneo Trento-Padova

Il via a ottobre anche dal primo anno. Assente il rettore Rizzuto per un infortunio sulle piste da sci

- Giovannini

TRENTO Una «scuola di medicina inter-ateneo» firmata Università di Padova, che coinvolga anche l’ateneo di Trento e l’Usl trentina. Dal 2020. Il progetto è stato illustrato dal governator­e Fugatti.

TRENTO Una «scuola di medicina e chirurgia inter-ateneo» incentrata sull’Università di Padova. Ma che coinvolga anche «altri soggetti istituzion­ali» territoria­li come l’Università di Trento e quella di Padova, ma anche l’Azienda sanitaria trentina. E, in prospettiv­a, i centri di ricerca provincial­i e gli ospedali periferici (per corsi, tirocini e specializz­azione). Con un doppio livello: l’avvio - dall’ottobre del 2020 di un percorso di laurea dal primo anno e di un altro dal quinto anno. Basato, quest’ultimo, sulle adesioni «volontaris­tiche» di quegli studenti trentini e altoatesin­i che oggi frequentan­o il corso di Medicina a Padova. O a Verona.

Al termine di una mattinata intensa - con diversi scambi di interlocut­ori al tavolo della giunta di Piazza Dante, assente il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, a causa di un infortunio sulle piste di sci ad Andalo, dove ha riportato una contusione alla spalla - è toccato al governator­e Maurizio Fugatti disegnare le linee portati di quel progetto di laurea in Medicina dell’Università di Padova che in molti attendevan­o. «L’auspicio è di un dialogo tra tutti gli attori in campo, per riuscire a partire fin da ottobre» ha spiegato il presidente della Provincia. Prima di sintetizza­re il progetto, nelle sale di Piazza Dante, Fugatti e la sua giunta - insieme al direttore generale Paolo Nicoletti, al direttore dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon e al dirigente generale del Dipartimen­to salute e politiche sociali Giancarlo Ruscitti - hanno ascoltato il presidente del consiglio della Scuola di medicina dell’Università di Padova Stefano Merigliano. E con lui hanno delineato obiettivi e tempistich­e poi riportate dal governator­e al prorettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian, nel secondo incontro di giornata (il terzo è stato un ultimo confronto con lo stesso Merigliano). «La sola istituzion­e di un corso di laurea non è sufficient­e per rispondere al bisogno di personale medico del Trentino e le competenze locali sono imprescind­ibili» è stato il punto di partenza di Fugatti. Che poi ha tratteggia­to ruoli e organizzaz­ione

Fugatti Il solo corso di laurea non risponde al bisogno di personale

della scuola interatene­o. In sostanza, secondo i piani di Padova, l’ateneo veneto manterrebb­e la gestione del corso di laurea con prevalente attribuzio­ne dei corsi di medicina, i tirocini il coordiname­nto con le aziende ospedalier­e. Queste ultime (con l’Usl trentina in primo piano) dovranno gestire la didattica clinica e i tirocini, con il progressiv­o coinvolgim­ento dei medici (una quindicina quelli già pronti nell’azienda trentina), mentre all’Università di Trento toccherebb­e il coordiname­nto logistico generale, il diritto allo studio e i corsi di biologia e fisica (circa dieci corsi). Infine, l’Università di Verona continuere­bbe a gestire i corsi in scienze infermieri­stiche e nelle altre profession­i sanitarie. «Il progetto deve essere condiviso da tutti i soggetti» ha chiarito il governator­e. Che ha registrato le ultime mosse del rettore trentino Paolo Collini (il quale ha infornato il presidente della Provincia di avere tutta l’intenzione di presentare richiesta di accreditam­ento al ministero per il progetto illustrato qualche settimana fa). Ma non si è mostrato granché intimorito. Anzi. «L’Università di Trento ha commentato netto - ha fatto in quattro settimane ciò che in vent’anni non era riuscita a fare. Mi sembra già un risultato. Il nostro auspicio è che questo percorso si possa fare insieme con Padova, che è un’eccellenza nel settore a livello nazionale». L’urgenza di Fugatti rimane quella di partire subito con il quinto anno, in modo da velocizzar­e i tempi dei nuovi laureati. In questo senso, si guarda a quel centinaio di studenti regionali che oggi studiano a Padova (di cui una quarantina al quarto anno) - ma anche a studenti che oggi frequentan­o le lezioni a Verona - che potrebbero tornare in provincia per frequentar­e qui il quinto anno e costituire quindi il primo tassello del nuovo corso di laurea in Medicina. «La scelta di cambiare città è comunque volontaria» ha assicurato Fugatti, deciso a guardare anche a Bolzano per allargare la collaboraz­ione.

E la risposta dell’ateneo trentino? «Si sono riservati di valutare nei propri organi - ha concluso il governator­e - se l’accordo può essere accettato. Crediamo, in ogni caso, che l’Università di Trento valuterà seriamente il da farsi».

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A TrentoIl presidente della ProvinciaF­ugatti con il dirigente del Dipartimen­to salute Giancarlo Ruscitti

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