Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dal Florian al Select I «compleanni» del 2020: le storie
Da San Francesco a Venezia ai due secoli dalla nascita del caffè Florian: le storie dietro gli anniversari futuri
«C’è chi pensa – ha osservato con la sua solita arguzia lo scrittore Francesco Pecoraro, uno dei finalisti dell’ultimo Campiello – che l’anno nuovo sarà nuovo». Non lo sarà, ovviamente: ma ciò non impedisce di rinnovellare, a ogni turno del calendario, il computo delle ricorrenze centenarie a cui ci espone l’entrata in un ulteriore millesimo. Anzi, quest’anno, anche in un inesplorato decennio. Per una tradizione che dura quanto la vita stessa di questo giornale, ogni anno in questi giorni proponiamo una scelta dei centenari e semicentenari che riguardano la cultura veneta nei suoi vari aspetti. Per questo inizio d’anno 2020, dunque, ne abbiamo scelti uno spirituale, uno letterario, due relativi al gusto e uno attinto alla cronaca.
Quello spirituale, dunque, riguarda nientemeno che Francesco d’Assisi, il quale stando almeno alla tradizione esattamente ottocento anni fa, nel 1220, sarebbe passato per
Venezia, di ritorno dall’Oriente. Dalla Laguna, dove si ritirò sull’isola poco lontana da Torcello che ancor oggi ospita il monastero del Deserto, il poverello d’Assisi mosse verso Roma attraversando la pianura veneta, lasciando varie testimonianze – molte semileggendarie – del suo passaggio. La sobrietà dei frati che abitano la meravigliosa isola, fonte d’ispirazione anche per il Gabriele D’Annunzio (centovent’anni esatti ci separano dalla pubblicazione del Fuoco, 1900), renderà certo discreta la commemorazione di quell’evento, cruciale nella storia del monastero.
Il centenario letterario riguarda un autore a lungo negletto e di recente riscoperto, ma sempre meritevole di nuove attenzioni: è Carlo Gozzi, nato nel 1720 e protagonista, assieme al fratello Gasparo, della vita culturale veneziana del pieno Settecento. Autore di Fiabe teatrali che contesero le scene ai capolavori goldoniani, ma anche di un’autobiografia – le Memorie inutili – che illustra assai bene quella vivace stagione culturale, Carlo Gozzi aveva un temperamento che ben si sarebbe prestato ai nostri tempi. Insieme sognante e amaro, disilluso e ironico: adattissimo a smascherare e a criticare ferocemente le ubbìe di un secolo che si credeva anticipatore di chissà quali luminosi destini per l’umanità.
Due centenari del gusto – tutt’altro che francescani, questi, nello spirito – riproporranno nel 2020 l’immagine di un
Veneto amante dei piaceri della vita. Penso a un’altra ricorrenza che rinvia al 1720, anno di fondazione del caffè Florian (nato come caffè all’insegna della Venezia trionfante) di Piazza San Marco: uno dei simboli, ormai, non solo del luogo che occupa ininterrottamente da tre secoli, ma anche di quella civiltà del caffè, inteso come ambiente di ritrovo e di conversazione, ma anche di riflessione e di silenziosa attività, che proprio Venezia seppe proporre all’Europa e illustrare nel modo migliore. Ben più recente, e allusiva a un aspetto diverso ma non meno piacevole della vita sociale, è la data di fondazione, 1920, del Select, prodotto orgogliosamente veneziano ben noto oggi alla platea sempre più vasta dei cultori dell’aperitivo: lo spritz, che (quasi) solo i veneti sanno declinare nell’intera gamma delle sue varianti.
Ma perché questa piccola galleria di ricorrenze non si risolva nell’invito alla spensieratezza di un buon bicchiere, converrà ricordare accanto ai gioiosi centenari, un semicentenario più cupo, ma utile a riflettere: esattamente cinquant’anni fa, nel settembre del 1970, il Veneto orientale – dai Colli Euganei al litorale del Cavallino – fu attraversato da un tornado devastante, che lasciò una scia di ben 36 morti. Non si parlava ancora, all’epoca, di mutamento climatico e di eventuali responsabilità umane nelle catastrofi naturali. Ma la forza di quella sciagura, e delle altre che periodicamente tornano a devastare la nostra terra, continuano a ricordarci che quello del passato è anche un richiamo costante (e spesso inascoltato) a non ripetere errori, leggerezze e inadempienze che ci sono già state fatali.