Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Massaro: «Un 2020 a caccia di fondi e idee Così salvo il Nevegal»
Il sindaco: servono imprenditori coraggiosi per innovare
BELLUNO «Quello appena concluso? Un anno positivo per la città, ma quante difficoltà per l’amministrazione civica». Il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, guarda avanti e archivia il 2019, segnato dai postumi della tempesta «Vaia». «Quell’evento ha catalizzato risorse ed energie — spiega il primo cittadino di Belluno — È stata dura». E rischia di esserlo sempre di più.
Sindaco, nell’ultimo consiglio comunale ha lanciato l’allarme per la difficoltà a far quadrare i conti. I cittadini dovranno aspettarsi più tasse nei prossimi anni?
«No. Continueremo a perseguire l’idea di non aumentare le tasse ai cittadini, lavorando per attrarre capitali privati. C’è stato anche il problema del cambio di metodo per l’erogazione dei fondi da parte di Fondazione Cariverona, cosa che ci ha privato di 300 mila euro. E che soprattutto dimostra come le risorse erogate da governo e Regione siano insufficienti».
Tra le questioni più dibattute, il Nevegal. A che punto siamo?
«Stiamo andando avanti con la NewCo, ma questa da sola non può trascinare il Nevegal. Serve anche un’imprenditoria con voglia d’innovare. Un connubio virtuoso tra pubblico e privato, quello che in questi anni ha rilanciato il centro storico».
Il consigliere regionale Gidoni ha svelato la volontà della Regione d’investire su una cabinovia e su una legge che aiuti le stazioni sciistiche a bassa quota. Siamo nel campo degli spot elettorali?
«Lo scopriremo se nei prossimi mesi Venezia adotterà o no gli atti che ha promesso. Il disegno di legge sulle stazioni a bassa quota è quello che chiedo da cinque anni».
Elezioni regionali Zaia forte? Colpa del centrosinistra, stop alla sanità privatizzata
I progetti di Rigenerazione Urbana sono partiti, tranne il piazzale della stazione ferroviaria, ancora al palo. Le opposizioni vi attaccano per le gare al massimo ribasso e la stazione appaltante esternalizzata a Vicenza. Avete sbagliato qualcosa?
«Se avessimo sbagliato non ci sarebbero progetti per 36 milioni di euro. Certo, si deve sempre migliorare. Ma per il piazzale della stazione l’errore è stato del governo giallo-verde che, sospendendo i finanziamenti, ha fatto decorrere i 180 giorni previsti nel bando per far partire la ditta che ha rinunciato. Gli altri cantieri sono partiti. E per quanto riguarda la stazione appaltante, è singolare che l’opposizione da un lato chieda trasparenza e dall’altra mi chieda di intervenire in una gara pubblica, come nel caso della gara del gas. Cosa che io non farò mai».
A febbraio ci sarà il rinnovo del consiglio provinciale. Per Palazzo Piloni la soluzione è il ritorno all’elettività?
«Non necessariamente. Il Consiglio deve poter eleggere un presidente e una giunta esterni, che si occupino a tempo pieno dell’ente. E poi bisogna ristabilire le risorse economiche e umane tolte dalla legge Delrio».
A maggio si vota anche il rinnovo del consiglio regionale. Possibile battere Zaia? E se fosse ancora lui il governatore?
«Zaia è forte anche per le colpe del centrosinistra. Non è incapace né stupido, bisogna puntare il dito sulle scelte gravi portate avanti, come la privatizzazione della sanità. Noi sindaci continueremo a lavorare con tutti, su tre fronti: fermare la privatizzazione sanitaria, controbattere l’entrante nuova crisi finanziaria smettendo di favorire la grande distribuzione, creare un’agenda per le città.
Infine, l’autonomia. Col nuovo ministro Boccia prospettive migliori anche per Belluno?
«Quando la Lega governava Regioni e Stato l’autonomia non è arrivata, forse non c’era la reale volontà di ottenerla. E se Zaia volesse potrebbe già oggi dare l’autonomia alla Provincia di Belluno. Ma il vero federalismo passa dal rafforzamento di Comuni e città, gli enti più vicini ai cittadini».