Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Manovra, gli artigiani si dichiarano delusi
VENEZIA (g.f.) Qualcosa di buono c’è. Ma il voto che Confartigianato Veneto assegna alla manovra di Bilancio 2020 è ben lontano dalla sufficienza. È il risultato conclusivo dell’analisi condotta dal presidente dell’associazione, Agostino Bonomo, sugli strumenti approvati negli ultimi giorni di dicembre, comprendendo il decreto fiscale e il «Milleproroghe». Gli artigiani veneti si aspettavano molto di più: «È una manovra fortemente condizionata dalle clausole di salvaguardia (sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, ndr) – rileva Bonomo - che ci lascia comunque largamente insoddisfatti perché si è scelto di impegnare il rimanente per conservare reddito di cittadinanza e Quota 100. Per tutto il resto c’è ben poco».
L’elenco delle delusioni è lungo. A cominciare dalle misure per contrastare l’evasione fiscale tradottesi, per Confartigianato, «in norme inutili, difficilmente applicabili e dai risultati tutt’altro che scontati. Di contro, della vera e concreta ‘semplificazione fiscale’, rimane, ormai, solo il ricordo dello slogan».
Altre perplessità arrivano dalla modifica di Super e Iper ammortamento. «Se da un lato il nuovo credito d’imposta potrebbe risultare più ‘veloce’, sono previste nuove comunicazioni pena la nullità della agevolazione. Per le imprese artigiane individuali o società di persone – sintetizza Bonomo - era più conveniente lasciare tutto com’era prima».
Nella manovra ci sono tuttavia anche aspetti positivi, «Fra questi l’abrogazione parziale dello sconto in fattura per gli interventi relativi a ecobonus e abrogazione totale dello sconto per gli interventi relativi al sismabonus. E l’eliminazione della multa in caso di mancata installazione dei Pos».