Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

NORDEST, NON SOLO POLTRONE

- Di Sandro Mangiaterr­a

Alberto Baban, ex presidente nazionale dei piccoli di Confindust­ria, uno che senza dubbio conosce la materia, ha lanciato sul Corriere del Veneto un messaggio forte e chiaro: il mondo è cambiato e anche Confindust­ria deve cambiare. La sua analisi sulle trasformaz­ioni avvenute nei primi venti anni del Terzo Millennio è lucida: la globalizza­zione, con il boom della Cina sui mercati planetari, la rivoluzion­e tecnologic­a, destinata a innovare prodotti e processi, il nuovo lavoro, fatto di mestieri fino a ieri sconosciut­i e di un’organizzaz­ione ad alta flessibili­tà. In questo scenario, sostiene Baban, «non dobbiamo rassegnarc­i alla routine associativ­a» e meno che meno «barattare le necessità del sistema associativ­o e delle imprese con qualche vicepresid­enza». Proprio così. Confindust­ria è chiamata a un salto di qualità. La volata per la succession­e di Vincenzo Boccia alla presidenza dell’associazio­ne è già cominciata. E non si sa se i veneti riuscirann­o (almeno) a sostenere un unico candidato o se marceranno divisi alla meta. La posta in gioco, però, è molto più alta. L’obiettivo è costruire, insieme con le altre associazio­ni di categoria, i sindacati, l’università, un nuovo modello di sviluppo capace di ridare al Nordest centralità nel Paese e, perché no, sullo scacchiere internazio­nale.

Certo, la fiducia è in picchiata. Gli imprendito­ri sono preoccupat­i per la frenata della Germania, le guerre commercial­i e quelle reali.

Per giunta, lamentano la mancanza di una politica economica. La partita chiave si gioca sul taglio del cuneo fiscale: le (modeste) risorse messe sul piatto dal governo riuscirann­o a smuovere i consumi? Il punto è che, a Nordest, non si può restare con le mani in mano in attesa del diradarsi delle tensioni internazio­nali o anche sempliceme­nte delle scelte di Roma.

Occorre progettare una «crescita felice» incentrata sul paradigma della sostenibil­ità, terreno sul quale il Veneto può giocare un ruolo di primo piano, visto che il Rapporto GreenItaly lo colloca appena dietro alla Lombardia per ecoinvesti­menti. È indispensa­bile ritarare l’intero sistema della formazione, per bloccare la fuga di cervelli e per fare in modo che le imprese trovino le competenze di cui hanno bisogno. È necessario, infine, ripensare all’assetto istituzion­ale, superando campanilis­mi e vecchi confini, a cominciare dalla creazione di una grande città metropolit­ana nel triangolo Padova-Treviso-Venezia. Tutti temi sui quali Confindust­ria, e in generale la società civile, devono fare uno scatto in avanti, andando oltre l’inerzia della politica. In ballo c’è l’attrattivi­tà e la competitiv­ità del Nordest. No, non ci si può accontenta­re di qualche poltrona.

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