Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
NORDEST, NON SOLO POLTRONE
Alberto Baban, ex presidente nazionale dei piccoli di Confindustria, uno che senza dubbio conosce la materia, ha lanciato sul Corriere del Veneto un messaggio forte e chiaro: il mondo è cambiato e anche Confindustria deve cambiare. La sua analisi sulle trasformazioni avvenute nei primi venti anni del Terzo Millennio è lucida: la globalizzazione, con il boom della Cina sui mercati planetari, la rivoluzione tecnologica, destinata a innovare prodotti e processi, il nuovo lavoro, fatto di mestieri fino a ieri sconosciuti e di un’organizzazione ad alta flessibilità. In questo scenario, sostiene Baban, «non dobbiamo rassegnarci alla routine associativa» e meno che meno «barattare le necessità del sistema associativo e delle imprese con qualche vicepresidenza». Proprio così. Confindustria è chiamata a un salto di qualità. La volata per la successione di Vincenzo Boccia alla presidenza dell’associazione è già cominciata. E non si sa se i veneti riusciranno (almeno) a sostenere un unico candidato o se marceranno divisi alla meta. La posta in gioco, però, è molto più alta. L’obiettivo è costruire, insieme con le altre associazioni di categoria, i sindacati, l’università, un nuovo modello di sviluppo capace di ridare al Nordest centralità nel Paese e, perché no, sullo scacchiere internazionale.
Certo, la fiducia è in picchiata. Gli imprenditori sono preoccupati per la frenata della Germania, le guerre commerciali e quelle reali.
Per giunta, lamentano la mancanza di una politica economica. La partita chiave si gioca sul taglio del cuneo fiscale: le (modeste) risorse messe sul piatto dal governo riusciranno a smuovere i consumi? Il punto è che, a Nordest, non si può restare con le mani in mano in attesa del diradarsi delle tensioni internazionali o anche semplicemente delle scelte di Roma.
Occorre progettare una «crescita felice» incentrata sul paradigma della sostenibilità, terreno sul quale il Veneto può giocare un ruolo di primo piano, visto che il Rapporto GreenItaly lo colloca appena dietro alla Lombardia per ecoinvestimenti. È indispensabile ritarare l’intero sistema della formazione, per bloccare la fuga di cervelli e per fare in modo che le imprese trovino le competenze di cui hanno bisogno. È necessario, infine, ripensare all’assetto istituzionale, superando campanilismi e vecchi confini, a cominciare dalla creazione di una grande città metropolitana nel triangolo Padova-Treviso-Venezia. Tutti temi sui quali Confindustria, e in generale la società civile, devono fare uno scatto in avanti, andando oltre l’inerzia della politica. In ballo c’è l’attrattività e la competitività del Nordest. No, non ci si può accontentare di qualche poltrona.