Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il Viminale sblocca i fondi. E in Anci si tratta
Ai Comuni veneti 27 milioni E Conte incontra Decaro
VENEZIA Firmato al ministero degli Interni il decreto per il riparto dei fondi, ai Comuni veneti vanno 27 milioni per la messa in sicurezza di scuole, strade e patrimonio pubblico. «Un segnale importante» per il sottosegretario Variati mentre il governo continua a lavorare sulla cronica mancanza di segretari comunali (nella nostra regione ne mancano 136). Intanto il presidente di Anci Veneto Mario Conte vede il leader di Anci nazionale Antonio Decaro: «Dialogo aperto ma vogliamo risposte».
VENEZIA Dopo le proteste delle scorse settimane, culminate nel «consiglio di guerra» che ha riunito i sindaci veneti a Padova, continua il confronto tra i Comuni e il governo ed iniziano a profilarsi all’orizzonte i primi risultati.
A darne notizia è il sottosegretario all’Interno Achille Variati, che avendo ricevuto la delega agli enti locali ed essendo ex sindaco di Vicenza, è diventato lo snodo di questo dialogo sull’asse Venezia-Roma: «Nella ripartizione firmata mercoledì dal Viminale i Comuni veneti ricevono più di 27 milioni di euro per investimenti sul patrimonio pubblico. Si tratta di risorse che potranno essere immediatamente utilizzate per mettere in sicurezza scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale. Una boccata d’ossigeno importante, soprattutto per le amministrazioni più piccole». Si tratta, a conti fatti, di tre volte i soldi tagliati con la rimodulazione del Fondo di solidarietà, una limata da 8 milioni che aveva fatto imbufalire i sindaci veneti convincendoli a salire sulle barricate.
Le risorse in questione – da 50 mila a 250 mila per Comune sulla base di sette fasce di popolazione, per un totale a livello nazionale di 500 milioni di euro - sono destinate all’efficientamento energetico, allo sviluppo territoriale sostenibile, agli interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e all’abbattimento delle barriere architettoniche. Contestualmente, riferisce Variati, è stato assegnato il fondo di 22,5 milioni destinato ai Comuni più piccoli, quelli con meno di 1.000 abitanti. Il contributo - non molto in verità: parliamo di 11 mila euro per ciascun ente – è finalizzato agli stessi scopi di cui sopra.
Qualcosa si muove anche sul fronte dei segretari comunali, argomento poco noto ma di fondamentale importanza per il funzionamento dei municipi (per capirsi: senza segretario non si può riunire la giunta o pubblicare un bando). La Camera ha votato all’unanimità una mozione per dare «risposta veloce» alla carenza strutturale di queste figure, che sta provocando la paralisi della macchina amministrativa. Il governo lavora su due fronti: semplificare e ridurre i tempi di reclutamento e formazione; dare la possibilità di attribuire temporaneamente le funzioni di vice segretari ad altri dipendenti in possesso dei requisiti per l’accesso al corso-concorso. «Il governo agisca in fretta - commenta il presidente di Anci Veneto Mario Conte, sindaco di Treviso - in Veneto ben 136 Comuni sono senza segretario».
Proprio Conte ieri è sceso a Roma per incontrare, nell’ambito della conferenza delle Anci Regionali ed il Consiglio Nazionale di Anci, il presidente dell’associazione dei Comuni e sindaco di Bari Antonio Decaro, con cui nelle scorse settimane vi erano state frizioni: «Lo ringrazio per la disponibilità che ha dimostrato nei nostri confronti dice Conte rientrando dalla capitale - i sindaci veneti non sono brontoloni o lamentosi chiedono solo equità. Non è polemica, ma una questione di dignità e di responsabilità». E dunque sul fronte del turnover (l’assunzione di chi è chiamato a sostituire i pensionati) «il criterio del decreto che ad oggi penalizza il Veneto, costringendoci addirittura a licenziare, dovrebbe essere superato». Quanto al taglio di 8 milioni del Fondo di solidarietà, invece, «abbiamo trovato disponibilità di Anci a trovare una soluzione, che dovrebbe avvenire attraverso una distribuzione equa dei 100 milioni stanziati dal decreto legge 66 (superamento della spending review, ndr.) che tenga conto delle esigenze e delle specificità del Veneto».