Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Aumentano temperature e pioggia: «Clima anomalo»
Report Arpav sul meteo nel 2019: maggiori anomalie rispetto al passato
Greta Thunberg probabilmente ha ragione. E, più di lei, l’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu, i tremila scienziati (tremila!) che nell’aprile scorso hanno firmato la lettera dal titolo «Le preoccupazioni dei giovani manifestanti sono giustificate» pubblicata da Science, e gli esperti che in questi mesi hanno scritto su Nature, Nature Geoscience, Environmental Research Letters.
Anche il report di Arpav, che analizza l’anno appena trascorso dal punto di vista del meteo, sembra andare nella stessa direzione: qualcosa sta cambiando e non esattamente in meglio. Fa caldo, sempre più caldo; piove tanto, troppo; si registrano «anomalie» con frequenza maggiore rispetto al passato, senza che si debba necessariamente arrivare ad eventi catastrofici come Vaia.
«Anche in Veneto - scrivono gli esperti dell’Agenzia regionale per l’ambiente - si conferma la tendenza all’aumento delle temperature, confermata da un dicembre molto più caldo del consueto.
Ad eccezione di alcune anomalie (per l’appunto, ndr.) fredde tra aprile e maggio, le temperature si sono mantenute quasi sempre sopra alle medie di riferimento collocando il 2019, dopo il 2018 e il 2014, tra i tre anni più caldi dal 1992, anno da cui inizia la serie di dati raccolti Arpav. Nel 2019 la temperatura media annuale è aumentata di 0,9 °C rispetto alla media di riferimento».
Insomma, fa caldo, eppure piove sempre di più: «Le precipitazioni complessive - continua infatti il dossier - hanno registrato valori mediamente superiori alla norma su quasi tutto il territorio regionale, in particolare sulle zone montane dove si sono raggiunti scarti anche del 40-50% circa in più, complici soprattutto i frequenti e abbondanti eventi pluviometrici registrati a novembre». Quest’ultimo mese, in scia alla fine di ottobre, è ormai diventato il periodo horribilis per la nostra regione, dall’alluvione di Vicenza (31 ottobre 2010) all’Acqua Granda di Venezia (12 novembre 2019), passando per la tempesta Vaia nel Bellunese (27 ottobre 2018), senza contare la miriade di eventi meno devastanti e più circoscritti ma non meno problematici per la popolazione, dagli allagamenti (magari provocati dal malfunzionamento dei tombini) alle raffiche di vento capaci talvolta di abbattere interi alberi.
Arpav ha analizzato anche l’andamento delle singole stagioni: l’inverno è stato più caldo della norma, la primavera ha avuto «anomale discese di correnti fredde» con precipitazioni mai così abbondanti dal 1992, dell’autunno si è già detto quanto a novembre mentre l’estate è stata tra le più calde degli ultimi 28 anni sia per le temperature minime che per le massime, seconda solo all’estate del 2003.
0,9 gradi L’aumento della temperatura rispetto alla media in Veneto
50 per cento L’aumento delle precipitazioni registrato in alcune zone montane