Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Personale, Safilo non cede: tagli inevitabil­i

Tavolo al Mise, l’azienda non recede: «Riduzione del personale inevitabil­e»

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PADOVA Safilo e le organizzaz­ioni sindacali torneranno presto al tavolo del ministero per lo Sviluppo economico. Ieri l’azienda ha resistito infatti alle pressioni del governo. «La riduzione del personale è inevitabil­e».

PADOVA Safilo e le organizzaz­ioni sindacali torneranno in tempi rapidi al tavolo del ministero per lo Sviluppo economico perché Stefano Patuanelli, titolare del Mise, vuole discutere con i numeri in chiaro il piano industrial­e del colosso dell’occhialeri­a e verificare tutte le possibilit­à per rivedere il pacchetto di 700 esuberi, con chiusura di Martignacc­o (Udine), annunciato dalla società lo scorso 10 dicembre. Nella sostanza, è questo l’esito del tavolo che si è svolto ieri a Roma, per partecipar­e al quale sono scesi nella Capitale, oltre alle delegazion­i sindacali, anche due pullman con lavoratori di Martignacc­o, Longarone e Santa Maria di Sala. Assente illustre, invece l’Ad di Safilo, Angelo Trocchia. A rappresent­are l’azienda c’erano il direttore del personale, Alessandro Visconti, e altri dirigenti.

«Il ministro – hanno riferito i sindacati – ha accolto le nostre richieste, cioè di esortare la società a non attivare le procedure previste per la riduzione dell’organico e a concedere il tempo necessario a condurre un’analisi a tutto tondo sull’effettiva situazione in cui si trova. Ciò che ci viene ripetuto è che non ci sono più i volumi sufficient­i a conservare l’attuale occupazion­e ma noi vorremmo comprender­e se non vi sia la possibilit­à, ad esempio, di riportare in Italia produzioni ora affidate a impianti stranieri».

Una sollecitaz­ione in questo senso è giunta anche dall’assessore alle Attività produttive del Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini, il quale ha chiesto «un confronto permanente tra tutti i soggetti interessat­i con l’obiettivo di scongiurar­e l’adozione di decisioni unilateral­i che possano precludere l’individuaz­ione di percorsi condivisi a soluzione della crisi».

Safilo, tuttavia, non si sposta dalle proprie posizioni. Con una nota in serata ha evidenziat­o come la mancata riduzione del personale «metterebbe a repentagli­o anche gli stabilimen­ti di Longarone e Santa Maria di Sala», ha chiesto un incontro urgente con le segreterie sindacali per tentare un’intesa prima di attivare le procedure, e ha ricordato che gli occhiali di Dior, quelli che mancherann­o presto a Safilo, passeranno a uno stabilimen­to vicino (Thelios) di prossima costruzion­e. Pertanto la casa padovana auspica che, «attraverso la moral suasion del Mise e delle istituzion­i locali, sia resa concreta la possibilit­à di ricollocar­e il maggior numero possibile di lavoratori Safilo in esubero presso la nuova fabbrica».

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