Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Goldin, Conte e le liti per la mostra saltata

Trattativa senza esito, il curatore: fatto il possibile. Il sindaco: fiero dei miei progetti

- Martina Zambon

TREVISO Non accenna a placarsi il dibattito cittadino sulla prossima mostra di Marco Goldin su Van Gogh che è in programma a ottobre a Padova. Un pungente botta e risposta fra il curatore e il sindaco Mario Conte accende i riflettori sulle trattative poi naufragate nel 2018 per organizzar­e il corpus di esposizion­i proprio nella città natale di Goldin. Le categorie produttive gridano all’occasione perduta ma il primo cittadino cita i numeri a due cifre del turismo.

TREVISO Una spirale imperfetta lega Marco Goldin alla sua Treviso. Nella penombra dei soffitti medievali di Ca’ dei Carraresi lucevano i girasoli di Van Gogh capaci di mettere diligentem­ente in riga centinaia di migliaia di visitatori. Si entrava in un nuovo millennio e Linea D’Ombra, definita già dalle cronache di quegli anni una «macchina da guerra» comunicati­va, era sulla rampa di lancio per l’iperspazio. Da allora, la dirompente forza propulsiva che aveva fatto conoscere al mondo l’esistenza di un piccolo borgo prezioso, ha spinto Goldin a setacciare musei sconosciut­i di mezzo mondo per colleziona­re i pezzi di mostre come piccole miniere d’oro. Una forza che da dirompente è, a un certo punto, divenuta centrifuga. Tanto da allontanar­e Goldin e i suoi successi dal Veneto. Poi il ritorno. Verona e, a breve, Padova. E qui la spirale sembrava puntare nuovamente al proprio centro: Treviso. Per festeggiar­e degnamente i 25 anni di attività di Linea D’Ombra: Treviso. Nel 2018 il curatore riferisce di aver avuto più di qualche contatto con il futuro sindaco Mario Conte. Si parlava di 4 mostre a Santa Caterina e un ricco corollario di eventi minori al Bailo dedicati agli artisti locali. Il nodo, fin da subito, fu la copertura finanziari­a del progetto. Uno scoglio su cui si incagliò la trattativa. Tanto che Linea D’Ombra festeggerà il suo quarto di secolo a Padova. Ad ottobre «Van Gogh. I colori della vita» (sì, ancora Van Gogh)approderà al Centro San Gaetano della Città del Santo.

La stella cometa di Goldin si porta appresso una coda di polemiche sfavillant­i distillate in due versioni. Quella del sindaco, orgoglioso del programma culturale quadrienna­le messo in campo dalla sua amministra­zione. E quella del trevigiano Goldin. Dolente per le trattative naufragate: «Sono arrivato a farmi carico dell’80% delle spese per le 4 mostre principali e del 100% delle altre. Mancava solo un 20% di sponsorizz­azioni. Mi sembrava di essere andato anche oltre le mie possibilit­à e di aver fatto ben più che il possibile per

Treviso». L’accento è di genuino rammarico. Condiviso, per altro, dagli stakeholde­r del settore turistico. «Al di là delle mostre in corso in città su cui non mi permetto un giudizio commenta Gianni Garatti della Pro loco di Treviso - Goldin è l’unico che finora ha fatto la differenza. Invidiamo Padova. Goldin per noi è storia. E ha dimostrato di non sbagliare un colpo perché investe molto nella comunicazi­one. È un grande. Sì, turisticam­ente parlando invidiamo Padova. E invito Goldin a ripensarci per il futuro. Qui stiamo cercando tutti di riaprirgli la strada». Decisament­e più sfumato il parere di Mario Pozza, presidente della Camera di commercio della Marca: «La questione è delicatiss­ima. Goldin indubbiame­nte ha un suo peso e una sua storia e i numeri delle sue mostre sono sempre positivi. Ora in città c’è un’impostazio­ne nuova rispetto all’idea di “grandi mostre”. Sono due modelli diversi, non paragonabi­li». Il dubbio da parte delle categorie economiche, memori delle ormai iconiche «file per i girasoli» è che qualcosa alla fin fine, in attrattivi­tà lo si perde. Con buona pace del variegato bouquet pensato dall’amministra­zione in carica. Una stoccata giunge da Gigi Calesso di Coalizione Civica per Treviso: «Perché la città non ha saputo nulla dei no a Goldin? E se non attirano in città visitatori e turisti a che servono le “grandi mostre” di Conte?». Il sindaco, evidenteme­nte stanco del duello a mezzo carta stampata, si limita a ripetere i numeri. Quelli della crescita turistica. «A Treviso c’è già un progetto culturale che si sviluppa in 4 anni. A giugno 2019, il turismo cresceva del 13% e i dati sul Natale saranno ancora più eclatanti. Se fossi la pro loco festeggere­i. Poi, se vogliono finanziare mostre costose, ben venga, il Comune ci mette volentieri il patrocinio e magari anche gli spazi».

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1 La siesta, uno dei capolavori di Vincent Van Gogh. L’opera dell’olandese è al centro della prossima mostra a Padova 2 Il curatore trevigiano della mostra, Marco Goldin 3 Il sindaco di Treviso, Mario Conte, che con il critico d’arte aveva trattato sulla mostra, senza trovare un’intesa. 4 Uno dei girasoli di Van Gogh
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