Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Siete scimmie» Il giudice caccia di casa la famiglia razzista
Vicenza, una coppia e la figlia nei guai per stalking
VICENZA Il giudice per le indagini preliminari di Vicenza ha imposto il divieto di dimora - e quindi l’allontanamento da casa - a una famiglia composta da un cinquantenne, sua moglie e la figlia. Sono accusati di stalking e lesioni nei confronti dei vicini di casa, con l’aggravante dei motivi razziali. Vittima una famiglia ghanese che sarebbe stata minacciata e insultata (con epiteti come «scimmie») oltre che aggredita fisicamente. Anche un’altra vicina di casa è stata insultata dalla famiglia che ora rischia anche di finire sotto processo. Ma intanto hanno dovuto fare le valige e trasferirsi da alcuni parenti.
VICENZA Insulti razzisti ai vicini stranieri, minacce di morte e aggressioni fisiche, anche con lo spray al peperoncino. E pure ossa di pollo fatte ritrovare nella cassetta della posta, immondizia scagliata nell’orto condominiale, acqua gettata dal balcone e l’intero palazzo lasciato volutamente senza energia elettrica. Abbastanza per il giudice di Vicenza per cacciare di casa gli stalker di turno, particolarmente insofferenti e irrispettosi verso alcuni condomini, in particolare stranieri, che hanno pure mandato all’ospedale in diverse occasioni.
Protagonisti in negativo due coniugi di Vicenza, zona Stanga: lui, operaio cinquantenne, lei collaboratrice scolastica di dieci anni di meno e la loro figlia. La coppia risponde di stalking, atti persecutori, e di lesioni aggravate dall’odio razziale. Per ora sono stati «sfrattati» dalla propria abitazione con provvedimento del giudice ma molto probabilmente si troveranno ad affrontare presto anche un processo e i vicini presi di mira potrebbero chiedere loro i danni. Dal 2017, per l’accusa, i coniugi vicentini hanno tenuto in ostaggio di continue aggressioni verbali e fisiche genitori e due figli minori ghanesi. E si sarebbero sbizzarriti con orribili frasi come «Scimmia africana di m.., torna al tuo Paese», «Se apri finestra ti ammazzo, sei in Italia per rubare», «Mio nonno è mafioso e te la farà pagare» e cimentati in attacchi violenti, con l’intento di fare del male. Come quando, a novembre 2017, l’operaio ha scagliato dei calci all’addome della figlia minore dei vicini, o quando, a marzo 2019, ha colpito con una ginocchiata il padre di questa, di 48 anni.
La bidella quarantenne, invece, un mese dopo ha ferito al volto con una chiave la moglie e mamma ghanese di 43 anni. Ed era anche successo che i due vicentini facessero irruzione nella casa dei vicini ghanesi usando lo spray al peperoncino. Una bomboletta che svuoteranno anche in un’altra occasione, colpendo pure i figli della coppia.
Tutti episodi documentati anche da referti medici - di pochi giorni le prognosi emessi di volta in volta dal pronto soccorso a cui la famiglia straniera si è rivolta. In almeno cinque occasioni. Presa di mira dai residenti stalker anche un’altra condomina, una donna italiana di mezza età, minacciata con un coltello dalla quarantenne che le aveva urlato contro (per quanto non fosse di religione ebraica): «Ebrea fallita, non hai voglia di far niente, chiudi la porta!».
Comportamenti da codice penale che, protratti nel tempo, hanno indotto la procura di Vicenza a chiedere un provvedimento, per mettere fine alla terribile escalation di persecuzioni. E così è stato: il giudice per le indagini preliminari Barbara Maria Trenti, considerate le denunce presentate dal 2017 dalle vittime e le richieste di intervento alle forze dell’ordine, ha emesso un divieto di dimora, notificato lunedì dai carabinieri alla famiglia vicentina. Che è stata quindi costretta a fare le valigie, a lasciare il proprio appartamento e trasferirsi altrove, da parenti, per il quieto vivere dei condomini ghanesi e della 51enne italiana a sua volta insultata e minacciata.
La fine di un incubo in quel condominio in cui si ricomincerà a respirare aria di civiltà.