Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Duecentomi­la veneti a casa con l’influenza Coronaviru­s: caso sospetto

Ricoverato bellunese tornato dalla Cina. Aeroporti, controlli con il termometro

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA Dovrebbe raggiunger­e il picco a metà mese l’influenza, che finora ha colpito 232.900 veneti. Secondo l’ultimo report diffuso dalla Regione, ci sono 9 casi gravi (quasi tutti pazienti anziani, con malattie pregresse e non vaccinati) e un decesso, relativo al dramma della bimba di 10 anni morta a Treviso. Nello stesso periodo del 2019, il Veneto contava 191mila malati, 26 casi gravi e cinque vittime. «I nostri esperti indicano un andamento in linea con la maggior parte delle stagioni precedenti, anche se con valori leggerment­e inferiori — conferma Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità — ma il picco deve ancora arrivare».

«La campagna vaccinale ha sortito il suo effetto, indipenden­temente dalla psicosi da Coronaviru­s — ragiona Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg (medici di base) — gli over 65 hanno cominciato a chiederci il vaccino a ottobre e a novembre molti di noi li avevano già finiti. Abbiamo dovuto chiederne altri alla Regione (che ne ha comprati 864mila, 80mila in più rispetto ai 784mila utilizzati l’anno scorso, ndr). Per i nostri pazienti la copertura è salita dal 50% al 70%».

Passando all’emergenza Coronaviru­s, sono negativi al test anche la seconda cameriera dell’hotel di Verona in cui il 23 gennaio ha soggiornat­o la coppia cinese ora ricoverata in gravi condizioni all’Istituto Spallanzan­i di Roma e i due bambini della prima cameriera, già dimessa. Ieri il Veneto ha registrato un altro caso sospetto, un ventenne di Ponte nelle Alpi che il primo febbraio è tornato da Canton, in Cina, senza però evidenziar­e i sintomi della malattia. L’Usl Dolomiti gli aveva comunque consigliat­o di restare a casa per i 14 giorni del periodo di incubazion­e dell’infezione,

 L’Usl di Belluno E’ agli Infettivi un ventenne rientrato da Canton il primo febbraio e ora colpito da febbre e tosse. Oggi la diagnosi al centro di Padova

 Crisarà La copertura vaccinale per l’influenza negli over 65 è salita al 70%. Hanno cominciato a chiederci i vaccini a ottobre, sono finiti a novembre

benché la zona nella quale il giovane ha soggiornat­o per motivi di studio sia lontana da Wuhan, la città-focolaio del virus scoperto a dicembre. E finora responsabi­le di 28.149 contagiati (1.147 guariti) e di 565 vittime nel mondo. Il ragazzo ha seguito le indicazion­i ma nelle ultime ore ha accusato tosse e febbre, così ieri pomeriggio è stato ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Belluno, per accertamen­ti. I virologi preleveran­no un campione biologico che oggi sarà analizzato dal Laboratori­o di Microbiolo­gia dell’ospedale di Padova, centro di riferiment­o regionale per l’emergenza.

Ieri è stata una giornata eterna per governo e Regioni, impegnati in una serie di riunioni e vertici sulla pandemia. Dalla teleconfer­enza tra Protezione Civile e aeroporti italiani è emerso che sono attivi da ieri negli scali di Venezia e Verona, e da oggi anche in quello di Treviso, i controlli per il rilievo della temperatur­a dei passeggeri in arrivo con voli internazio­nali. Il coordiname­nto delle operazioni fa capo all’Ufficio di Sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), che recluta il personale volontario e fornisce i termometri laser. Se si accerta una temperatur­a uguale o superiore a 37.5, al passeggero in questione viene chiesto se nei 14 giorni precedenti abbia visitato la Cina e in caso positivo sarà visto da un medico. A tutti i passeggeri dei voli internazio­nali vengono inoltre distribuit­i volantini informativ­i alla zona «Arrivi», mentre il team creato in ogni aeroporto a tutela della salute di dipendenti e viaggiator­i sta distribuen­do negli aeroporti dispenser con liquido disinfetta­nte per lavarsi le mani e potenziand­o la pulizia nei luoghi più a rischio infezione, come terminal e bus interpista. Sono inoltre stati acquistati diversi tipi di mascherine per i dipendenti.

«Come le altre Regioni, anche noi abbiamo ricevuto dal coordiname­nto nazionale la richiesta di mettere a disposizio­ne volontari per misurare la febbre ai passeggeri in arrivo — fa sapere Palazzo Balbi —. Se un viaggiator­e dovesse essere trovato in condizioni di salute da approfondi­re, sarà preso in carico dai nostri ospedali». Per potenziare il personale dedicato ai controlli, il ministero della Salute ha disposto il coinvolgim­ento volontario dei medici di famiglia in formazione con borse di studio regionali. «Può essere un’esperienza formativa — commenta Crisarà — non fa differenza tracciare una diagnosi in ambulatori­o o in aeroporto».

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All’aeroporto I volontari della Cri misurano la febbre ai passeggeri

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