Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Duecentomila veneti a casa con l’influenza Coronavirus: caso sospetto
Ricoverato bellunese tornato dalla Cina. Aeroporti, controlli con il termometro
VENEZIA Dovrebbe raggiungere il picco a metà mese l’influenza, che finora ha colpito 232.900 veneti. Secondo l’ultimo report diffuso dalla Regione, ci sono 9 casi gravi (quasi tutti pazienti anziani, con malattie pregresse e non vaccinati) e un decesso, relativo al dramma della bimba di 10 anni morta a Treviso. Nello stesso periodo del 2019, il Veneto contava 191mila malati, 26 casi gravi e cinque vittime. «I nostri esperti indicano un andamento in linea con la maggior parte delle stagioni precedenti, anche se con valori leggermente inferiori — conferma Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità — ma il picco deve ancora arrivare».
«La campagna vaccinale ha sortito il suo effetto, indipendentemente dalla psicosi da Coronavirus — ragiona Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg (medici di base) — gli over 65 hanno cominciato a chiederci il vaccino a ottobre e a novembre molti di noi li avevano già finiti. Abbiamo dovuto chiederne altri alla Regione (che ne ha comprati 864mila, 80mila in più rispetto ai 784mila utilizzati l’anno scorso, ndr). Per i nostri pazienti la copertura è salita dal 50% al 70%».
Passando all’emergenza Coronavirus, sono negativi al test anche la seconda cameriera dell’hotel di Verona in cui il 23 gennaio ha soggiornato la coppia cinese ora ricoverata in gravi condizioni all’Istituto Spallanzani di Roma e i due bambini della prima cameriera, già dimessa. Ieri il Veneto ha registrato un altro caso sospetto, un ventenne di Ponte nelle Alpi che il primo febbraio è tornato da Canton, in Cina, senza però evidenziare i sintomi della malattia. L’Usl Dolomiti gli aveva comunque consigliato di restare a casa per i 14 giorni del periodo di incubazione dell’infezione,
L’Usl di Belluno E’ agli Infettivi un ventenne rientrato da Canton il primo febbraio e ora colpito da febbre e tosse. Oggi la diagnosi al centro di Padova
Crisarà La copertura vaccinale per l’influenza negli over 65 è salita al 70%. Hanno cominciato a chiederci i vaccini a ottobre, sono finiti a novembre
benché la zona nella quale il giovane ha soggiornato per motivi di studio sia lontana da Wuhan, la città-focolaio del virus scoperto a dicembre. E finora responsabile di 28.149 contagiati (1.147 guariti) e di 565 vittime nel mondo. Il ragazzo ha seguito le indicazioni ma nelle ultime ore ha accusato tosse e febbre, così ieri pomeriggio è stato ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Belluno, per accertamenti. I virologi preleveranno un campione biologico che oggi sarà analizzato dal Laboratorio di Microbiologia dell’ospedale di Padova, centro di riferimento regionale per l’emergenza.
Ieri è stata una giornata eterna per governo e Regioni, impegnati in una serie di riunioni e vertici sulla pandemia. Dalla teleconferenza tra Protezione Civile e aeroporti italiani è emerso che sono attivi da ieri negli scali di Venezia e Verona, e da oggi anche in quello di Treviso, i controlli per il rilievo della temperatura dei passeggeri in arrivo con voli internazionali. Il coordinamento delle operazioni fa capo all’Ufficio di Sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), che recluta il personale volontario e fornisce i termometri laser. Se si accerta una temperatura uguale o superiore a 37.5, al passeggero in questione viene chiesto se nei 14 giorni precedenti abbia visitato la Cina e in caso positivo sarà visto da un medico. A tutti i passeggeri dei voli internazionali vengono inoltre distribuiti volantini informativi alla zona «Arrivi», mentre il team creato in ogni aeroporto a tutela della salute di dipendenti e viaggiatori sta distribuendo negli aeroporti dispenser con liquido disinfettante per lavarsi le mani e potenziando la pulizia nei luoghi più a rischio infezione, come terminal e bus interpista. Sono inoltre stati acquistati diversi tipi di mascherine per i dipendenti.
«Come le altre Regioni, anche noi abbiamo ricevuto dal coordinamento nazionale la richiesta di mettere a disposizione volontari per misurare la febbre ai passeggeri in arrivo — fa sapere Palazzo Balbi —. Se un viaggiatore dovesse essere trovato in condizioni di salute da approfondire, sarà preso in carico dai nostri ospedali». Per potenziare il personale dedicato ai controlli, il ministero della Salute ha disposto il coinvolgimento volontario dei medici di famiglia in formazione con borse di studio regionali. «Può essere un’esperienza formativa — commenta Crisarà — non fa differenza tracciare una diagnosi in ambulatorio o in aeroporto».