Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Venezia Monaco Confindust­ria in pressing

Sul prolungame­nto dell’A27 in Austria e Germania alzano la voce Berton e Marinese: «Opera fondamenta­le per il Nordest». Primi spiragli anche da Bolzano. E spuntano investitor­i internazio­nali

- Di Martina Zambon

Torna d’attualità il prolungame­nto a Nord dell’A27. E sulla Venezia-Monaco Lorraine Berton, presidente di Confindust­ria Belluno, dice: «L’aspettiamo da almeno 30 anni». E l’ipotesi del project financing vive una seconda giovinezza. I rumors parlano di un interesse del gruppo Rotschild.

Cento chilometri o poco più di cui si iniziò a vagheggiar­e nel 1960 con il primo progetto di un’autostrada che collegasse Venezia a Monaco. A rivitalizz­are il sogno ci pensò la controvers­a stagione dei project financing in epoca Galan. Il project che prevede un tracciato fino a Perarolo, in pieno Comelico, ai piedi del monte Cavallino, portava la firma di Fincosit, Adria Infrastrut­ture e Mantovani. Ma il parere del ministero dell’Ambiente, nel 2012, non fu positivo. Il resto è storia nota, il project rimase in un cassetto ma negli ultimi mesi il tema è tornato alla ribalta con una molla, quella delle categorie economiche. Di due giorni fa un incontro organizzat­o da Unioncamer­e e Cisl ma è anche Confindust­ria a premere sull’accelerato­re.

Vincenzo Marinese, alla guida degli industrial­i veneziani non ha dubbi: «Un’opera che colleghi Venezia e il suo porto direttamen­te alla Germania è fondamenta­le». Risposta pronta anche all’opposizion­e di stampo ambientali­sta (di ieri la presa di posizione della galassia di associazio­ni ambientali­ste che include Italia Nostra e WWF a Belluno): «Tracciati più brevi sono automatica­mente meno inquinanti» prosegue Marinese, che aggiunge anche la ricetta per non lasciar affondare anche il sogno della Venezia-Monaco nelle sabbie mobili in cui si è arenata ad esempio l’alta velocità: «La gestione commissari­ale ha dimostrato sul ponte Morandi a Genova che fare e fare bene è possibile». Ancor più battaglier­a, se possibile, Lorraine Berton, presidente degli industrial­i bellunesi: «Abbiamo lavorato con associazio­ni di categoria e sindacati per arrivare a un documento già presentato al governator­e Luca Zaia. Lo sbocco a nord è nell’interesse non solo bellunese ma di tutto il Nordest. E sono 30 anni che se ne parla. Attendiamo proposte nel rispetto dell’ambiente ma con un po’ di modernità. Confidiamo nell’azione di Zaia a cui dobbiamo un risultato importante come le Olimpiadi».

Fra gli scogli da superare, in passato, c’è stata la forte opposizion­e dell’Alto Adige impegnato a difendere l’asse del Brennero. Le cose, però, stanno cambiando. Daniel Alfreider, assessore provincial­e alle Infrastrut­ture, spinge in primis sul progetto ferroviari­o Venezia-Cortina ma apre uno spiraglio sul prolungame­nto dell’A27: «Ci sono varie ipotesi e vari tracciati spiega - varianti che toccherebb­ero la Pusteria, altre invece che arriverebb­ero direttamen­te in Austria passando sottoterra. I primi, quelli che passano attraverso le valli, sono impensabil­i. Ma su quelli sotterrane­i siamo disposti a discutere». Il cambio di rotta è facilmente motivato dall’intasament­o che sta affliggend­o proprio il Brennero, ancora in attesa del tunnel di base. Qualcosa, sotto traccia, si sta muovendo. Ma è chiaro che la premessa fondamenta­le perché il project lungamente abbandonat­o riprenda vita è un dialogo ufficiale fra governo nazionale e Austria. La Carinzia si è dichiarata ben disponibil­e a intervenir­e per accogliere il nuovo asse autostrada­le a Sillian, poco dopo San Candido e il confine e collegarlo, in direzione Lienz, con l’autostrada che porta a Monaco, in Baviera. Il costo ipotizzato dell’opera arriverebb­e complessiv­amente (al netto che un tracciato definito ancora manca all’appello) fra i sette e gli otto miliardi di euro. Una cifra monstre che, con gli infelici precedenti veneti, rischia di far paura. Anche a fronte di un tempo di realizzazi­one, visto che si parla di tracciato in trincea e in galleria in un’area delicata come quella delle Dolomiti, di circa quindici anni. Infine, il capitolo finanziame­nti. Se il parlamenta­re austriaco intervenut­o all’incontro veneziano, Christian Ragger, ha invocato apertament­e l’utilizzo di fondi europei, c’è anche chi non scarta a priori l’idea di un’opera da realizzare con lo strumento del project financing. Con un distinguo fondamenta­le: il coinvolgim­ento di grandi gruppi internazio­nali. E c’è chi giura che un valico transfront­aliero sia ritenuto da alcuni gruppi inglesi e tedeschi un buon affare. E spunta il nome del gruppo Rotschild già coinvolto, ad esempio in Progetto Italia di Salini Impregilo e Cdp.

Marinese (Venezia)

Un’autostrada che colleghi Venezia e il suo porto direttamen­te alla Germania è assolutame­nte fondamenta­le

Berton (Belluno)

Attendiamo lo sbocco a Nord da trent’anni, qui imprendito­ri e sindacati sono tutti d’accordo, confidiamo nel governator­e Zaia

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