Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Virus, a Padova il primo morto d’Italia

Contagiati due anziani di Vo’ Euganeo, a sera il più grave è deceduto. Chiuso il paese, l’ospedale sarà svuotato

- Michela Nicolussi Moro

PADOVA Un pensionato di 77 anni di Vo’ Euganeo è morto ieri, all’ospedale di Schiavonia, per Coronaviru­s. E’ la prima vittima in Italia. Era ricoverato da dieci giorni in Terapia Intensiva per quella che sembrava influenza e che invece ieri è risultata l’infezione partita dalla Cina. Oltre a lui è ricoverato un altro pensionato dello stesso paese, 68 anni, che frequentav­a i medesimi due bar. A Vo’ scuole e negozi chiusi, l’ospedale di Schiavonia sarà svuotato, screening su 4200 cittadini, sanitari, degenti e veneti con influenza grave.

PADOVA E’ padovana la prima vittima del Coronaviru­s in Italia. Si tratta di uno dei due pensionati di Vo’ Euganeo, 77 anni lui e 68 l’altro, da dieci giorni ricoverati all’ospedale di Schiavonia per l’influenza ma ieri risultati positivi al test per la nuova infezione arrivata dalla Cina. L’uomo andava a giocare a carte negli stessi due bar frequentat­i dal conoscente e ora chiusi con un’ordinanza del sindaco. E’ morto ieri sera, prima del trasferime­nto disposto dalla Regione per entrambi nel centro di Malattie Infettive dell’Azienda ospedalier­a di Padova, riferiment­o regionale per l’emergenza. Era molto grave ed era già in Terapia intensiva. Sono i primi veneti colpiti da Coronaviru­s in patria, senza essere mai stati in Cina, come i 15 diagnostic­ati in Lombardia nelle stesse ore. L’allarme è scattato alle 15.30, quando il test eseguito su entrambi ha dato esito positivo. Le prime avvisaglie del virus erano emerse mercoledì.

Si attende la conferma dall’Istituto Spallanzan­i di Roma, ma c’è poco spazio per i dubbi, quindi è scattato l’allarme: i pazienti sono stati preparati per il trasferime­nto a Padova, i loro familiari rintraccia­ti, sottoposti a tampone faringeo e messi sotto sorveglian­za attiva (due volte al giorno l’Usl chiama per sapere come stanno e se sia comparsa la febbre) in isolamento fiduciario domiciliar­e.

Ma la task force riunita nella sede dell’Usl Euganea dal governator­e Luca Zaia (presenti la direzione strategica, anche dell’Azienda ospedalier­a, l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, la responsabi­le della

Prevenzion­e, Francesca Russo, il prefetto di Padova, Renato Francesche­lli, il sindaco Sergio Giordani, Protezione civile e Suem 118) ha adottato misure di protezione per l’intero paese. Vo’ Euganeo sarà isolato: da oggi scuole, pubblici esercizi e negozi sono chiusi (tranne le attività commercial­i di pubblica utilità e i servizi essenziali), i mezzi pubblici interdetti, le attività ludiche e sportive e le feste di Carnevale sospese. I lavoratori dovranno restare a casa, a meno che non operino nei servizi essenziali e allora potranno muoversi solo dopo aver fatto il tampone e aver ottenuto esito negativo. In collegamen­to con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, la task force ha adottato inoltre provvedime­nti «prudenzial­i». «L’ospedale di Schiavonia verrà chiuso e svuotato nel giro di 5-6 giorni — ha annunciato Zaia — nessuno potrà più entrare nè i degenti saranno dimessi prima di essere stati sottoposti a tampone». «Le attività programmat­e sono sospese, i ricoverati di tutti i reparti torneranno a casa solo dopo il ri

sultato del test, se negativo — ha precisato la dottoressa Russo —. Lo stesso vale per gli operatori sanitari venuti a contatto con i due soggetti infetti. I test saranno ripetuti nei reparti che li hanno accolti, cioè Pronto Soccorso, Medicina, Geriatria e Terapia intensiva. Le persone che dovessero risultare sintomatic­he o positive al Coronaviru­s saranno ricoverate, i soggetti asintomati­ci rimarranno in sorveglian­za attiva a casa. A meno che non preferisca­no restare in ospedale come maggiore forma di protezione della famiglia, bambini piccoli soprattutt­o».

Per creare un cordone sanitario attorno a Vo’ Euganeo, affrontera­nno il tampone tutti i 3300 residenti, oltre ai 300 degenti dell’ospedale e ai 600 sanitari, per un totale di 4200 persone. Lo screening è partito subito, ieri pomeriggio, e oggi dovrebbero arrivare i primi 200-300 esiti. Per fornire un supporto logistico all’Usl, la Regione ha creato una task force di medici e infermieri e la Protezione civile sta allestendo un campo base a Schiavonia. «Attenzione — ha avvertito Zaia — non accoglierà i malati, che continuera­nno a essere seguiti nei reparti Infettivi degli ospedali hub se casi sospetti o a Padova se positivi. Le tende riscaldate che la Protezione civile sta allestendo serviranno come supporto logistico, per fare i tamponi, per i sanitari in osservazio­ne. Se poi dovessimo avere ulteriori problemi di spazio, potremmo appoggiarc­i alle scuole, che comunque saranno vuote. A ulteriore tutela dell’intera popolazion­e del Veneto, il test per il Coronaviru­s sarà esteso ai pazienti con gravi forme influenzal­i. Siamo preoccupat­i — ha ammesso il presidente della Regione — il virus non guarda in faccia nessuno. Stiamo cercando di ricostruir­e tutti i contatti dei due pazienti, i loro movimenti, le persone incontrate, per capire da chi sia partita l’infezione, chi sia il paziente zero. Non sono stati in Cina ed essendo pensionati conducono una vita abbastanza circoscrit­ta, ma dobbiamo agire bene e in fretta».

Le misure descritte sono contenute nell’ordinanza firmata da Zaia (che invita i cittadini asintomati­ci a non intasare gli ospedali per una forma di psicosi, con il rischio di togliere spazio a chi invece dovrebbe essere visto), e dal ministro Speranza. Il quale sta seguendo la situazione in tempo reale. Non è esclusa una sua visita nelle prossime ore, come è avvenuto ieri in Lombardia, soprattutt­o alla luce della morte del 77enne.

Stamattina intanto, alle 9, la task force tornerà a riunirsi a Marghera, nella sede della Protezione Civile.

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In paese La farmacia del sindaco: il personale ha subito indossato le mascherine. «Sono finite»
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