Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’Ater contro lo spopolamen­to «Più case popolari e vincolate»

L’idea: case a giovani coppie se restano 10 anni, affitti con terreni da curare

- Moreno Gioli

BELLUNO Combattere lo spopolamen­to, il vero flagello del Bellunese? Si può, lavorando in sinergia con i Comuni su progetti condivisi. Ne è convinta Ilenia Rento, presidente di Ater Belluno che, ieri a Cavarzano (assieme al vice Francesco La Grua e al consiglier­e Massimilia­no Tiozzo), ha presentato ai sindaci (una trentina quelli presenti) il Piano triennale delle opere e il bilancio previsiona­le 2020.

La legge regionale 39 del 2017 ha ampliato le funzioni dell’Azienda territoria­le per l’edilizia residenzia­le pubblica che ora può progettare programmi complessi di recupero urbano e svolgere attività di consulenza per enti pubblici e privati. «Mettiamo a disposizio­ne la struttura e il nostro know-how — spiega Rento — Anche per noi è arrivato il momento di scommetter­e sul nostro futuro. Siamo disponibil­i a valutare diverse tipologie di progetti, sia a carattere provincial­e sia a livello di Unioni montane o di Unioni di Comuni. Vorremmo superare la fase in cui l’Ater è intervenut­a puntualmen­te sul territorio e avviare una nuova fase di più ampio respiro».

Tra le idee presentate all’assemblea, la possibilit­à di costruire appartamen­ti da vendere sulla carta (a prezzi scontati) a giovani coppie col vincolo di mantenere la residenza per almeno 10 anni nel comune. Oppure venire incontro al rinnovato interesse dei giovani verso il settore dell’agricoltur­a, concedendo in locazione appartamen­ti a prezzo concordato con l’onere della manutenzio­ne di una porzione di territorio.

«Da qui ai prossimi 15 anni — ha lanciato la sua idea il sindaco del capoluogo, Jacopo Massaro — bisognerà lavorare sempre più sul recupero del patrimonio immobiliar­e esistente e superare la tendenza all’accentrame­nto in una stessa area degli edifici ad uso residenzia­le pubblico, distribuen­doli sul territorio per scongiurar­e la ghettizzaz­ione».

La collaboraz­ione tra Ater e Comuni piace al sindaco di Feltre, Paolo Perenzin. «Gli enti possiedono un ingente patrimonio pubblico e possono accedere a finanziame­nti — ha detto — ma non hanno il personale necessario per intervenir­e, ecco perché una sinergia con Ater sarebbe strategica».

Nei prossimi tre anni l’ente per l’edilizia residenzia­le pubblica costruirà una cinquantin­a di nuovi alloggi, tra Belluno, Sedico e Ponte nelle Alpi e ne riqualific­herà oltre 170. Un investimen­to totale da oltre 7,8 milioni di euro, dei quali 1,8 provengono da fondi regionali. Stabilizza­ti i ricavi, nonostante le modifiche al conteggio dei canoni di affitto, mentre calano gli utili: dagli 800.000 euro del 2019 si passerà a mezzo milione di euro.

«Scelta precisa — spiega La Grua — e condivisa con i revisori dei conti. Significa più investimen­ti per garantire alloggi a chi ne ha bisogno, che è la mission dell’ente».

Il Piano Prossimo triennio: 50 nuovi alloggi, altri 170 da ristruttur­are

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Al fronte L’Ater, l’Azienda territoria­le per l’edilizia residenzia­le, cerca di mantenere i residenti

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