Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Quattro malati ma paesi aperti

I residenti preoccupat­i: «Ora vogliamo sapere chi è» Positivi anche 3 operatori sanitari dell’ospedale di Dolo Ma i sindaci rassicuran­o: «Tutto sotto controllo»

- Gloria Bertasi

VENEZIA «In macelleria mi hanno detto che è un mio vicino di casa: sono anziana, ci dicano dove abita: se è nella mia via lo dovrò pur sapere?». Ha 85 anni, Angela, e, sì, «stasera starò chiusa in casa», ma nelle prime ore della giornata, nonostante le voci di un concittadi­no contagiato dal Coronaviru­s circolasse­ro da qualche ora, di restare senza spesa non ci ha pensato nemmeno un attimo. Come molti dei 10.814 abitanti della frazione di Mira, nella veneziana Riviera del Brenta, Angela è uscita per il solito giro di botteghe: macellai, fruttivend­olo e due chiacchier­e con i vicini. D’altronde, ieri, il clima tra Oriago, Mira, Dolo e Mirano, il triangolo dove il paziente è passato tra casa e ospedali, era primaveril­e, non c’era nemmeno la solita foschia mattutina, e la notizia di un concittadi­no contagiato non ha evidenteme­nte preoccupat­o così tanto da chiudersi in casa.

Qualche timore si è diffuso tra i clienti dei supermerca­ti, come il Lidl di Oriago: «I dipendenti avevano i guanti, nei giorni scorsi no, devo uscire con maschera e guanti anche io?», chiede un pensionato. In ogni caso, alla vista delle precauzion­i, i clienti non si sono dati alla fuga, nemmeno quando, tra le tante voci che circolavan­o ieri, ha fatto capolino l’ipotesi che il paziente contagiato vivesse proprio nella stessa zona. «Non capisco - dice Silvano Lucarda - mi dicono che forse il malato è un mio dirimpetta­io, ma non mi chieda il nome, e se non fosse lui? Se lo è, era il più forte della via, aveva la febbre da un po’ e non è nemmeno uno che esce tanto, speriamo si sbaglino». Aggiunge la signora Mainardi: «Dicono che viva qua, ma ho fiducia, la medicina ha fatto passi da gigante».

Chiedono di aver fiducia nell’Usl, nella Regione e nel Ministero che coordina le azioni da mettere in campo anche il sindaco di Mira Marco

Dori e i colleghi di Dolo, Alberto Polo, e Mirano, Maria Rosa Pavanello. «Stiamo seguendo le indicazion­i che ci dell’Unità di crisi - spiega Dori - il Comune è aperto, invito i cittadini a seguire le raccomanda­zioni ministeria­li e di non frequentar­e luoghi affollati». Aggiunge Polo: «Nei supermerca­ti ci sono più code del solito, questo sì. Mi appello ai colleghi sindaci: non si facciano provvedime­nti a spot». A Mirano, Pavanello, ieri, ha continuato a rispondere alle richieste di chiariment­i dei suoi concittadi­ni: «Solo se si hanno avuto contatti con il malato va chiamato il numero verde», ha ripetuto a molti. «Il clima è caotico», raccontano a El Tabaker, tabaccheri­a di Oriago - Sembra esserci la rincorsa all’identikit di questa persona, non vedo tuttavia panico. Noi cerchiamo di non sporgerci troppo verso i clienti». Che come ogni sabato, ieri, non sono mancati. Le famiglie erano cioè a passeggio, a fare la spesa, nei bar e nei negozi. Eppure, la paura serpeggiav­a davvero, altrimenti non si spieghereb­be l’assalto da New Gooses, specializz­ato in abbigliame­nto profession­ale: «Ho appena venduto le ultime sei mascherine - dice Raffaella - c’è stata la rincorsa».

Tra i residenti di Oriago anche Paolino D’anna, consiglier­e comunale a Venezia: «Non si parla d’altro in Paese - racconta - è normale, siamo tutti preoccupat­i». Sui social, le domande del popolo del web non si discostava­no da chi si incrociava per strada: «Chi è?», «Cosa dobbiamo fare?». Intanto, oggi, nelle parrocchie della Riviera non ci sarà il «segno di pace» e nemmeno l’acqua santa. «Per ragioni di sicurezza», dice don Artemio Favaro da Mirano. In serata la notizia di altri tre contagiati all’ospedale di Dolo: una cardiologa, un infermiere e un’operatrice sanitaria.

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(Bergamasch­i) Le tende L’ospedale da campo allestito all’esterno dell’ospedale di Schiavonia, a Monselice
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