Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Estorsione, denunciata gang di tredicenni Vedelago, i ragazzini hanno iniziato con le bravate ma ora sono pericolosi
VEDELAGO Hanno iniziato con qualche bravata. I cestini rovesciati, le bottiglie di birra lasciate sulle scalinate del comune. Poi sono passati ai vandalismi, come le scritte sui muri della biblioteca. E alla fine, in un’escalation violenta, se la sono presa con i ragazzi più piccoli estorcendo loro denaro, minacciandoli con veri e propri agguati.
Sono ragazzi che frequentano la terza media e la prima superiore e che, da qualche mese, tengono in scacco il paese. Una baby gang di tutto rispetto che i carabinieri e il sindaco Cristina Andretta stanno cercando di identificare. «Purtroppo è un problema che abbiamo scoperto con la segnalazione di una mamma alla quale sono seguite quelle di altri genitori preoccupati. Li ho invitati a segnalare tutto ai carabinieri che stanno indagando per identificarli».
Ci sono pochi dubbi sul fatto che si tratti degli stessi ragazzi che, qualche settimana fa, hanno imbrattato i muri della biblioteca e di villa Cappelletto: «E’ lo stesso gruppo, composto da adolescenti che conosciamo di vista. Sono del paese, anche se non tutti nati in Italia. Più volte li ho rimproverati quando vedevo che lasciavano le bottiglie sulle scalinate. Ma ora hanno cambiato modalità e sono diventati pericolosi».
Gli episodi raccontati dalle vittime, sono inquietanti. «Se la sono presa con ragazzi più piccoli – continua il sindaco -, di 12 o 13 anni. Hanno estorto loro piccole somme di denaro con le minacce». Due di questi ragazzini che non volevano pagare, sono stati inseguiti e si soni rifugiati dentro l’edicola del paese. Ma quando sono usciti, i ragazzi più grandi li stavano aspettando e hanno preteso il denaro.
Per mettere fine a questi comportamenti sono scattate le denunce ai carabinieri: «E’ un fenomeno molto preoccupante – conclude Andretta -. Per questo stiamo cercando di capire chi sono. Una volta identificati contatteremo le famiglie e vedremo quali soluzioni trovare».
Il sindaco Stiamo cercando di contattare le famiglie