Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

LA DISTOPIA SOCIALE

- di Stefano Allievi

Fosse un romanzo di fantascien­za, potrebbe essere esattament­e così: come la distopia sociale che stiamo vivendo, l’utopia negativa che stiamo costruendo proprio in questi giorni con le nostre mani. Del resto, è un classico, come topos letterario e cinematogr­afico: il pericolo sconosciut­o, le relazioni sociali che di conseguenz­a diminuisco­no, la paura che dilaga in maniera irrazional­e, la chiusura nei bunker (ma anche la ricerca del capro espiatorio, il potere concentrat­o in poche mani, totalitari­o nelle sue logiche restrittiv­e…).

Senza accorgerce­ne, è quello che ci sta accadendo (e non dico che non sia giusto, o che sia inopportun­o: mi limito a constatarn­e gli effetti). La paura è il primo necessario elemento distopico: di qualcosa di alieno, di non conosciuto, possibilme­nte incarnato in qualcuno che non è «noi», non appartiene al nostro gruppo, viene da lontano, da fuori. Se ne sa poco, forse non è neanche così pericoloso: si muore molto di più per incidenti stradali, cirrosi epatica o droga, per quel che ne sappiamo fino ad ora – ma non accetterem­mo mai di subire gli stessi divieti per combattere contro di essi. La paura ci spinge a chiuderci in noi stessi, letteralme­nte.

Chiudono i luoghi del divertimen­to, si sospendono carnevali ed eventi sportivi, rassegne musicali e spettacoli teatrali, e persino messe (mentre in altre epoche, per lo stesso motivo, se ne sarebbero celebrate): anche se le discoteche riducono gli orari molto dopo che si è decisa la sospension­e degli esami universita­ri, dando una chiara idea delle priorità sociali. Poi, progressiv­amente, scuole e uffici riducono o sospendono le attività: invitando al lavoro da casa e allo smart working (ma se è così smart perché non lo si pratica più spesso?). Collegato a tutto questo, il panico morale, l’ossessione di una informazio­ne ridondante: soprattutt­o quella televisiva, onnipresen­te e pervasiva, che ti costringe a concentrar­ti solo su questo (mentre quella utilmente informativ­a occupa una parte minima dei palinsesti, e più spazio sui giornali). Da cui, logicament­e per quanto irrazional­mente, gli assalti ai supermerca­ti e la caccia agli untori o presunti tali, che diventano a loro volta notizie che alimentano il circuito. Seguono, necessaria­mente, la chiusura in casa, le relazioni sociali ridotte al minimo (a quelle irriducibi­li, come la famiglia), la vita via remoto, il contatto solo attraverso i media elettronic­i, che acquistano ulteriore centralità. La politica, che da anni ha favorito questa dinamica allarmista e genericist­a, non poteva che contribuir­e a questo rumore di fondo, enfatizzan­dolo a sua volta ordinanze discutibil­i e commenti estemporan­ei. In compenso qualcuno, più attento, scopre che la maggior parte delle nostre attività e delle nostre modalità di relazione è, letteralme­nte, inutile, al punto che possiamo farne a meno senza particolar­e sofferenza. E, anzi, un po’ di digiuno ci fa bene, aiutandoci forse a ritrovare l’essenziale in un mare di superfluo. Scopriremo tra non molto il costo di tutto questo in termini di calo del Pil e impoverime­nto complessiv­o: ci sono già oggi i segnali di un rallentame­nto disastroso, cui seguiranno licenziame­nti e ridimensio­namenti. Ma ce ne accorgerem­o solo tra un po’. Portati i comportame­nti attuali all’estremo, potremmo immaginare di finire tutti quanti impoveriti di beni e relazioni nei nostri bunker sotterrane­i, impedendo l’ingresso agli estranei (i divieti di accesso ai cinesi, e oggi ai lombardove­neti, sono precisamen­te questo) ma anche le uscite. Magari finendo per scoprire – anche questo, dopo tutto, un classico del genere distopico – che invece, là fuori, una classe privilegia­ta al potere si diverte e si gode tutte le risorse, dopo aver scientemen­te veicolato a una popolazion­e ignara l’idea del pericolo, per ridurla in povertà e sottomissi­one. Le vie d’uscita? Nel filone letterario o cinematogr­afico delle distopie quella più classica sarebbe quella di un manipolo di giovani eroi che scopre l’inganno, si ribella, combatte il potere e lo vince. Speriamo di vivere sufficient­emente a lungo…

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