Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

PSICOSI, FUGA DA VENEZIA

Oggi vertice tra Regione e categorie. Paga dazio anche il settore dello spettacolo

- Di Camilla Gargioni

«Il Carnevale di Venezia si è concluso domenica e vi dà appuntamen­to alla prossima edizione». È l’ultimo messaggio sul palco interattiv­o in Piazza San Marco.

VENEZIA In un clima da coprifuoco bellico – scuole chiuse, ristoranti semivuoti, fabbriche che mettono in ferie i dipendenti «per precauzion­e», manifestaz­ioni e convegni di ogni genere rinviati a miglior data - il Veneto comincia a porsi la fatidica domanda: la salute (pubblica e individual­e), com’è ovvio, viene prima di tutto, ma quanto ci costerà tutto questo?

L’interrogat­ivo nasce da una prima evidenza: i due focolai conosciuti di Coronaviru­s coinvolgon­o i territori – Veneto e Lombardia, con una propaggine in Emilia – che costituisc­ono il locomotore economico d’Italia. Le due regioni, da sole, valgono grosso modo il 30% del Pil italiano e realizzano il 40% dell’export nazionale. Per non dire dei contraccol­pi sul turismo, che costituisc­e la prima voce di entrata per l’economia veneta.

Bankitalia Visco: l’emergenza potrebbe impattare sul Pil nazionale per più dello 0,2%

Secondo il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il Coronaviru­s potrebbe impattare sul Pil nazionale per più dello 0,2%: significa, ai valori attuali, 40 miliardi di euro. E sarebbe la migliore delle ipotesi. Il Veneto contribuis­ce al prodotto interno nazionale in una misura compresa tra il 9 e il 10%: seguendo la proporzion­e aritmetica, lascerebbe sul terreno almeno 4 miliardi di euro. Un prezzo altissimo.

Si capisce, perciò, che il governator­e Luca Zaia abbia immediatam­ente convocato per questa mattina, nel quartier generale della Protezione civile a Marghera, un vertice con i rappresent­anti delle istituzion­i, delle categorie produttive, delle profession­i e dei sindacati, per una prima valutazion­e comune sulle conseguenz­e economiche e sociali dell’epidemia. Dal canto suo, il governo nazionale ha messo sul piatto un decreto per la sospension­e delle imposte nei comuni della «zona rossa» (in Veneto, al momento, il solo Vo’

Euganeo). L’Associazio­ne bancaria italiana (Abi) va verso la stessa decisione per quanto riguarda le rate dei mutui.

Sul fronte caldissimo delle aziende, si registrano i primi provvedime­nti puntuali. Confindust­ria Veneto informa che, per motivi precauzion­ali e di mobilità, alcune fabbriche hanno interrotto per qualche giorno l’attività produttiva, collocando in ferie i dipendenti. È il caso, per esempio, delle padovane Epta (Solesino), Gimi (Monselice) e Gn Hearing (Montegrott­o). In provincia di Treviso, invece, la Breton di Castello di Godego ha messo in libertà i lavoratori

dopo che un dipendente, ieri mattina, ha accusato febbre alta: nei giorni scorsi era stato a cena sui Colli Euganei, dalle parti di Vo’. Ai test è poi risultato negativo. «Siamo in costante contatto con il presidente Zaia e il prefetto di Venezia, Zappalorto – sottolinea il presidente Enrico Carraro. – Domani (oggi per chi legge, ndr) parteciper­emo al vertice convocato nella sede della Protezione civile e all’incontro in Regione per affrontare le specificit­à del turismo».

Molti imprendito­ri si sono già portati avanti. Sandro Bottega, titolare dell’omonima distilleri­a e casa vinicola di Godega Sant’Urbano (Treviso), ha messo in quarantena tutto il personale che viaggia all’estero (l’azienda esporta in 145 Paesi del globo) e ha avviato una sanificazi­one straordina­ria dei due maggiori siti produttivi. Alla Maschio Gaspardo, azienda padovana che produce ed esporta nel mondo macchine per la lavorazion­e della terra, è stata allestita in ogni stabilimen­to una postazione per misurare la temperatur­a corporea dei lavoratori.

Bersagliat­a dalle continue richieste degli imprendito­ri associati, Assindustr­ia Venetocent­ro (Padova e Treviso) ha messo in campo la sua task force, dedicata a fornire informazio­ni e supporto alle aziende sui diversi fronti – legale, contrattua­le, igienico o legato all’internazio­nalizzazio­ne dell’impresa – aperti dall’emergenza virus. «Nel frattempo, continuere­mo a monitorare – avverte la presidente Maria Cristina Piovesana - anche i problemi e le perdite che le nostre aziende hanno subito dall’inizio di questa vicenda». Un esempio per tutti lo fornisce il vicepresid­ente Massimo Finco: «Le mie consegne verso la Cina – ha dichiarato - in questi giorni sono ferme nei porti e chissà per quanto tempo lo saranno».

Perdite secche si registrano in tutto il comparto dello spettacolo e dell’intratteni­mento: niente feste di Carnevale, cinema e teatri chiusi, eventi sportivi annullati, incassi addio chissà per quanto tempo.

Non è tutto. «In queste ore segnala Alessandro Conte, presidente della Cna - ci arrivano notizie preoccupan­ti sulla circolazio­ne delle merci: no a restrizion­i per componenti e macchinari diretti dal Nord al Sud d’Italia». Altro che Cina, i problemi cominciano molto prima.

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 ?? (Vision) ?? Al lavoro con la mascherina Una dipendente del Fondaco dei Tedeschi attende i clienti con la mascherina A destra, turisti a San Marco e consegna «protetta» delle mascherine
(Vision) Al lavoro con la mascherina Una dipendente del Fondaco dei Tedeschi attende i clienti con la mascherina A destra, turisti a San Marco e consegna «protetta» delle mascherine
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