Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Correlazione fra rissa e morte di Alessandro» Ricorso contro i fratelli
Secondo la procura di Treviso non c’è «correlazione» tra il comportamento di Francesco e Alberto Stella e la morte di Alessandro Sartor, stroncato da un infarto, durante una rissa scoppiata al «Bakaro» di Tovena, a Cison di Valmarino, la notte del 31 maggio 2019. Per questo il pubblico ministero Daniela Brunetti ha chiesto l’archiviazione dell’accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti dei due fratelli di 26 e 31 anni. Ma i familiari del 45enne, assistiti dagli avvocati Paolo Bottoli e Andrea Nieri, si sono opposti e il 9 marzo si terrà l’udienza nella quale il gip Umberto Donà dovrà decidere se archiviare l’inchiesta, oppure se disporre un’imputazione coatta o nuove indagini. I fratelli Stella, che in un altro procedimento sono indagati a vario titolo per rissa e lesioni per i fatti di quella notte, erano accusati di aver picchiato Sartor provocandone la morte. E per questo erano stati arrestati. Con l’esito dell’autopsia, che aveva accertato la causa naturale della morte, entrambi erano stati scarcerati. E si sono sempre difesi: «Non lo abbiamo mai toccato». Al termine delle indagini la procura ha chiesto l’archiviazione sulla base della perizia medico legale effettuata dal dottor Alberto Furlanetto, secondo il quale Alessandro Sartor è morto per «un’ischemia cardiaca acuta» provocata dal suo pregresso stato di salute. Il medico ha anche escluso una «correlazione tra quanto accaduto quella notte e la morte». Ma i legali di Giorgio e Teresa Sartor, genitori del 45enne, ritengono tale motivazione «infondata». «Le conclusioni liquidano con estrema superficialità l’ipotizzato collegamento dell’acuirsi della crisi con lo stato di concitazione determinato dall’aggressione attuata dallo Stella». Bottoli e Nieri, sostenuti dal proprio consulente Michele Cottin, sottolineano infatti che anche Furlanetto precisa come nel malore potrebbe avuto un ruolo «la concitazione del momento». Considerano poi «indubbio che Stella Francesco ha colpito la vittima con un pugno, come confermato da numerosi testi oculari» e che quel pugno «è indubbiamente un elemento che verosimilmente può aver agito da catalizzatore di una crisi cardiaca con esito fatale». I legali chiedono anche la contestazione dell’aggravante della morte in conseguenza del reato di rissa. E quella di omissione di soccorso. (m.cit.)