Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Traffico di droga ed estorsioni con metodi mafiosi, minacce e torture: blitz a Castelfranco, 22enne in cella
CASTELFRANCO VENETO Si era trasferito da qualche mese a Castelfranco Veneto per lavorare in un’azienda della zona. Ed è lì che i carabinieri di Matera, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Potenza, sono andati a prendere Rocco Leonardo Lasaponara, 22enne di Stigliano, per arrestarlo con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, estorsione, sequestro di persona aggravati dal metodo mafioso.
In manette altre 15 persone, 12 uomini e tre donne, quasi tutti originari della Lucania arrestati non solo in Basilicata ma anche in Emilia Romagna e Lombardia oltreché nel Trevigiano.
L’operazione, scattata ieri all’alba, ha visto impegnati oltre cento carabinieri, con la collaborazione dello squadrone eliportato «Cacciatori Puglia» e da unità cinofile con il supporto di un elicottero. Quello che è stato sgominato, secondo la procura distrettuale antimafia potentina, è un sodalizio che avrebbe agito con un modus operandi caratterizzato da «inusitata violenza», in possesso di armi e sostenuto da una «rete di fiancheggiatori» in grado di controllare piazze di spaccio in diversi comuni del Potentino e del Materano.
Le indagini, condotte dai carabinieri di Pisticci sono iniziate alla fine del 2017 per arrivare ai giorni nostri e avrebbero consentito di acquisire gravi indizi sull’esistenza e sull’operatività del gruppo criminale. Il cui obiettivo era concentrato sul traffico di droga. E per raggiungere lo scopo, i sodali sarebbero stati pronti a compiere anche reati efferati. Il gruppo, infatti, imponeva il suo «monopolio» nel settore dello spaccio ricorrendo, secondo l’accusa, al «metodo mafioso, anche contrapponendosi con l’uso della forza militare a eventuali ingerenze di terzi gruppi criminali».
Proprio per ottenere il pagamento di una partita di droga, ad esempio, il gruppo avrebbe commesso i reati di sequestro di persona a scopo di estorsione. Arrivando a vere e proprie torture per ottenere il pagamento di una partita di droga. Il monopolio, spiegano gli inquirenti, veniva imposto anche tramite contatti con analoghi circuiti criminali che operano in altre regioni, dove avvenivano le forniture di droga. Da qui gli arresti che hanno toccato anche il nord Italia. Le altre accuse, a vario titolo, sono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi e riciclaggio.