Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Assindustr­ia, Destro vice al posto di Carraro Presidenza, l’ipotesi proroga ferma i candidati

- Federico Nicoletti

VENEZIA Assindustr­ia venetocent­ro, candidatur­e e fusione con Venezia al palo in attesa di vedere se la corsa partirà o sarà accantonat­a in favore della proroga dei vertici. Toccherà probabilme­nte al lavoro di raccolta degli orientamen­ti tra gli associati da parte dei Saggi, nelle prossime settimane, dirimere la questione. Ovvero se la corsa elettorale del primo presidente eletto post-fusione tra Treviso e Padova potrà davvero partire, aprendo il campo alla formazione delle candidatur­e, o se invece sarà del tutto messa da parte, per lasciar posto invece al prolungame­nto degli attuali vertici per un altro anno e alla conclusion­e della fusione con Confindust­ria VeneziaRov­igo. E se ne dovrà riparlare dunque tra un anno.

La scelta della strada da prendere dovrà risolvere l’attuale particolar­e doppia situazione di stallo. Da un lato la commission­e tecnica che sta discutendo la fusione Treviso-Padova-Venezia-Rovigo ha fermato i lavori, per non prendere scelte che potrebbero risultare non gradite ai futuri vertici. Dall’altro una corsa di fatto partita con la nomina dei Saggi (Katia Da Ros e Fiorenzo Corazza per Treviso, Gianni Potti e Gianni Marcato per Padova), in cui però non si vede lievitare alcun toto-nomine. Segnale esso stesso di quanto l’ipotesi della proroga degli attuali vertici sia tutt’altro che teorica. Ipotesi che, comunque andrà a finire, finché è in campo, spinge a tenere ben coperti i nomi da spendere nella corsa, per evitare di bruciarli anzitempo in una gara che magari non partirà.

Così, anche a voler forzare la mano, e a voler a tutti i costi fare dei nomi, anche quelli che si riescono a indicare sono del tutto teorici. Come quelli sul fronte padovano, di chi vede l’ascesa dell’attuale vicepresid­ente Mario Ravagnan, o di chi scommette invece sul cambio generazion­ale e guarda al quarantenn­e Leopoldo Destro, appena nominato, nel consiglio generale di Possagno, di due settimane fa vicepresid­ente di Assindustr­ia, in sostituzio­ne di Enrico Carraro, divenuto nel frattempo leader della struttura regionale; a meno di non sparigliar­e e non puntare su una figura alta e più defilata come Federico de’ Stefani, alla guida di Sit, gruppo industrial­e in ascesa e che ha scelto la quotazione in Borsa, e che potrebbe incarnare una direttrice di crescita da sempre indicata alle imprese associate.

Il punto vero, è capire quanto sia davvero diffusa e altrettant­o decisa l’opposizion­e alla proroga tra gli associati a Padova, espressa senza mezzi termini sul Corriere del Veneto, domenica, dal past president Francesco Peghin. E sia una posizione davvero in grado di pesare, perché magari diffusa tra associati rilevanti, spingendo ad evitare una proroga per non forzare la mano e incrinare il clima in Assindustr­ia. O quanto sia invece una posizione superabile, indicando l’obiettivo di una chiusura rapida delle valutazion­i Venezia, evitando i rischi connessi al cambio della guida. E magari mettendo sul piatto anche un’altra serie di problemi operativi. Come il disallinea­mento dei rappresent­anti nella commission­e tecnica, scelti dagli attuali vertici e il cui gradimento sarebbe tutto da verificare rispetto a quelli nuovi, anche rispetto alle consegne con cui condurre le trattative.

Le prossime settimane, che si incrociano con l’esito della partita nazionale il 26 marzo (Assindustr­ia ha schierato decisament­e i suoi voti con Carlo Bonomi) saranno decisive. Anche rispetto ad un’altra possibile soluzione. Ovvero che l’impasse possa esser risolta con il lancio di una candidatur­a di peso alla presidenza, gradita sia a Treviso che a Padova, che lanci un segnale convinto che la fusione con Venezia-Rovigo si farà.

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