Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Turismo, il grido di allarme «Migliaia di posti a rischio»
VENEZIA In attesa di un decreto del governo, più volte sollecitato dal governatore Luca Zaia in favore delle imprese venete, e del turismo in particolare, che pagano dazio all’epidemia del coronavirus, le categorie economiche ieri hanno incontrato la Regione. Forte il grido di allarme del settore turistico: «Migliaia di posti di lavoro sono a rischia. Chiediamo Cig e sospensione dei mutui».
VENEZIA Il turismo veneto lancia il proprio grido d’allarme: «A rischio ci sono migliaia di posti lavoro», fanno sapere all’unisono il presidente di Confturismo Marco Michielli e quello di Assoturismo Confesercenti Francesco Mattiazzo. Effetto coronavirus. Fioccano le disdette di prenotazioni, sia per questi mesi che per la stagione estiva, il Veneto è maltrattato sui giornali esteri, il turismo scolastico è stato praticamente azzerato e le guide turistiche non hanno prenotazioni fino a novembre (compreso).
«Per la nostra economia - dice Michielli - è un disastro. Anzi,
è un bagno di sangue. L’estate è alle porte, ma l’estate non è solo mare, lago o montagna. L’estate sono anche le città d’arte, come Verona e Venezia. A Venezia gli alberghi pagano affitti stratosferici, non vorrei che alla luce dell’attuale situazione qualcuno pensasse di chiudere. Non amo dare numeri a vanvera, ma sulla base di uno studio di Confturismo nazionale, parametrato sul Veneto, pagheremo una cifra esorbitante, sugli 8 miliardi di euro, solo nei prossimi due mesi. Chiediamo cassa integrazione e congelamento mutui per il turismo anche fuori dalle zone rosse».
Gli fa eco Mattiazzo: «Serve la dichiarazione di stato di crisi, altro che storie, per sostenere tutta la filiera del turismo. Dall’estero hanno cancellato eventi e congressi almeno fino ad aprile e maggio, serve una politica ad hoc rivolta a chi è fuori dei nostri confini perché adesso tutti pensano che se vai in Italia prendi il coronavirus».
Sia Michielli che Mattiazzo sono stati ieri a Marghera, all’incontro organizzato dal governatore Luca Zaia con le categorie economiche venete. Al loro fianco si è schierato senza mezzi termini anche il presidente veneto di Confindustria, Enrico Carraro: «Il periodo è grave - afferma - difficile per le tutte imprese, per le piccole per le grandi, per il turismo, per la manifattura. Avevamo già problemi quando il coronavirus era limitato alla Cina, ora il problema riguarda anche la nostra sicurezza che si aggiunge a quello di garantire la continuità delle nostre aziende. Oggi abbiamo fatto le domande: ci sono grandi problemi, stiamo parlando di ammortizzatori sociali e di estendere i provvedimenti anche al di fuori dalle zone rosse».
La Regione, tramite l’assessore al Turismo Federico Caner, ha subito istituito un tavolo e rivolto precise richieste al governo. «La prima industria del Veneto, che conta oltre 70 milioni di presenze e 18 miliardi di fatturato, rischia di essere messa in ginocchio dal coronavirus», dice Caner. «Il Veneto chiede ammortizzatori sociali anche per gli operatori del turismo, indicazioni omogenee e condivise perché i nostri operatori possano correttamente presentare la situazione e l’offerta turistica italiana e veneta alle fiere e sui mercati esteri e una campagna promozionale nazionale massiccia, una volta superata l’emergenza Coronavirus». Il tavolo regionale per il turismo chiede, inoltre un dialogo diretto con il ministero degli Esteri per rassicurare i Paesi stranieri e gli operatori internazionali sulle garanzie di salubrità e accoglienza del sistema ricettivo del Veneto. Per dirla con le parole dell’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Venezia, Simone Venturini, «prima che di coronavirus, rischiamo di ammalarci di crisi economica».
Se n’è accorto anche il governo, sollecitato direttamente dal governatore Zaia. Dopo i primi provvedimenti sulla sospensione dei mutui nelle aree delle zone rosse, ieri sono arrivate altre due misure da parte del ministero del Lavoro. Per i lavoratori autonomi e le partite Iva delle zone rosse colpite dal Coronavirus sarà prevista un’indennità fino a 500 euro per un massimo di tre mesi. Inoltre, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, avrebbe annunciato la sospensione dei versamenti contributivi fino al 31 marzo 2020, sempre per le zone rosse. Il problema è che in Veneto la zona rossa è solo quella di Vo’ Euganeo. E, come dice Michielli, «con tutto il rispetto che posso avere nei confronti degli abitanti di quel paese che vivono una situazione di assoluto isolamento, qui è tutto il Veneto che sta pagando gli effetti del coronavirus»
In serata si apprende che venerdì ci sarà un Consiglio dei ministri dove approderà un primo decreto con le misure economiche, di sostegno alle imprese, da mettere in campo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. La settimana successiva dovrebbe essere poi varato, a quanto si apprende, un altro decreto con altre misure strettamente economiche e di sostegno.