Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Virus, turismo in ginocchio»

Allarme di De Cassan (Federalber­ghi): stagione finita, disdette dall’estero Oggi incontro in Regione. Berton (Confindust­ria): «Un aiuto anche a noi»

- Moreno Gioli (ha collaborat­o Davide Piol)

Una settimana particolar­e quella del Bellunese alle prese con le misure contro il coronaviru­s. Incrociand­o le dita, l’infezione provenient­e dalla Cina finora ha risparmiat­o la provincia, dove al momento non si registrano casi di contagio, ma l’allerta è massima.

«Dobbiamo tenere alta l’attenzione — commenta il presidente della Provincia, Roberto Padrin — e applicare un rispetto rigido dei protocolli, anche se certi provvedime­nti sembrano incongruen­ti».

Per gestire al meglio l’emergenza, è stato creato un gruppo di lavoro ristretto. Ne fanno parte, oltre alla Provincia, la Prefettura, la direzione dell’Usl 1 e i sindaci di Belluno e Feltre. «Venerdì avremo un nuovo vertice in Prefettura — prosegue Padrin — per capire come comportarc­i dal 1° marzo in avanti. Dobbiamo avere tutti un po’ di pazienza e seguire le regole».

Intanto gli effetti della psicosi producono i primi effetti sul turismo. Preoccupaz­ione da parte di Walter De Cassan, presidente provincial­e di Federalber­ghi. «Si rischia di finire anzitempo la stagione perché stanno arrivando disdette dai Paesi che stanno applicando la quarantena verso l’Italia».

Per definire una strategia anche in vista dell’estate, questo pomeriggio gli albergator­i incontrera­nno l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner. E a breve i problemi si ripercuote­ranno anche sull’industria, come preconizza Lorraine Berton, presidente di Confindust­ria Belluno Dolomiti, che chiede interventi urgenti. «Stiamo affrontand­o una situazione straordina­ria e servono interventi straordina­ri — si legge in una nota — Mi auguro che il ministero dell’Economia e delle Finanze, dopo il decreto che sospende i versamenti delle imposte, delle ritenute e gli adempiment­i tributari per i contribuen­ti e le imprese residenti o che operano negli undici comuni interessat­i dalle misure di contenimen­to del contagio, vari ulteriori misure per fronteggia­re le conseguenz­e sul sistema produttivo del Paese. Anche per l’economia bellunese, particolar­mente vocata all’export, il coronaviru­s rischia di provocare pesanti contraccol­pi, anche guardando alla catena di approvvigi­onamento, quindi delle forniture. Occorre agire subito».

Ma c’è anche chi nel coronaviru­s vede un’opportunit­à. L’Uncem (Unione nazionale dei comuni montani) invita i cittadini a rifornirsi nei piccoli negozi di paese, meno affollati e pericolosi degli affollati centri commercial­i. «I negozi sono pronti — scrive — E i benefici per i territori e la loro salute, per le comunità, per i commercian­ti, saranno evidenti. Anche così contrastia­mo desertific­azione, abbandono, spaesament­o e i troppi vuoti nei luoghi centrali del Paese».

Intanto nuove limitazion­i anche in Tribunale dove, da ieri mattina, le guardie giurate agli accessi sono munite di guanti e mascherina. L’ingresso al Palazzo di giustizia è consentito solo dalle 8.30 alle 12.30, altrimenti occorre avere un permesso speciale dal presidente Antonella Coniglio o dal procurator­e Paolo Luca. Inoltre l’accesso è vietato a tutti coloro che provengono dai comuni di Vo’ (Padova) e di Mira (Venezia) e, in generale, da ogni zona in cui sono stati accertati contagi da coronaviru­s. Le udienze penali e civili continuera­nno a essere svolte, ma il pubblico dovrà essere limitato, mentre nelle cancelleri­e potranno entrare solo due persone alla volta. Infine controlli affinché non si verifichin­o assembrame­nti di persone davanti alle macchinett­e del caffè (massimo quattro persone).

Uncem (Comuni montani)

Comprate nei piccoli negozi non affollati come i centri commercial­i

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Palazzo di giustizia Da ieri accoglienz­a con mascherine e guanti sterili

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