Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Virus, turismo in ginocchio»
Allarme di De Cassan (Federalberghi): stagione finita, disdette dall’estero Oggi incontro in Regione. Berton (Confindustria): «Un aiuto anche a noi»
Una settimana particolare quella del Bellunese alle prese con le misure contro il coronavirus. Incrociando le dita, l’infezione proveniente dalla Cina finora ha risparmiato la provincia, dove al momento non si registrano casi di contagio, ma l’allerta è massima.
«Dobbiamo tenere alta l’attenzione — commenta il presidente della Provincia, Roberto Padrin — e applicare un rispetto rigido dei protocolli, anche se certi provvedimenti sembrano incongruenti».
Per gestire al meglio l’emergenza, è stato creato un gruppo di lavoro ristretto. Ne fanno parte, oltre alla Provincia, la Prefettura, la direzione dell’Usl 1 e i sindaci di Belluno e Feltre. «Venerdì avremo un nuovo vertice in Prefettura — prosegue Padrin — per capire come comportarci dal 1° marzo in avanti. Dobbiamo avere tutti un po’ di pazienza e seguire le regole».
Intanto gli effetti della psicosi producono i primi effetti sul turismo. Preoccupazione da parte di Walter De Cassan, presidente provinciale di Federalberghi. «Si rischia di finire anzitempo la stagione perché stanno arrivando disdette dai Paesi che stanno applicando la quarantena verso l’Italia».
Per definire una strategia anche in vista dell’estate, questo pomeriggio gli albergatori incontreranno l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner. E a breve i problemi si ripercuoteranno anche sull’industria, come preconizza Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, che chiede interventi urgenti. «Stiamo affrontando una situazione straordinaria e servono interventi straordinari — si legge in una nota — Mi auguro che il ministero dell’Economia e delle Finanze, dopo il decreto che sospende i versamenti delle imposte, delle ritenute e gli adempimenti tributari per i contribuenti e le imprese residenti o che operano negli undici comuni interessati dalle misure di contenimento del contagio, vari ulteriori misure per fronteggiare le conseguenze sul sistema produttivo del Paese. Anche per l’economia bellunese, particolarmente vocata all’export, il coronavirus rischia di provocare pesanti contraccolpi, anche guardando alla catena di approvvigionamento, quindi delle forniture. Occorre agire subito».
Ma c’è anche chi nel coronavirus vede un’opportunità. L’Uncem (Unione nazionale dei comuni montani) invita i cittadini a rifornirsi nei piccoli negozi di paese, meno affollati e pericolosi degli affollati centri commerciali. «I negozi sono pronti — scrive — E i benefici per i territori e la loro salute, per le comunità, per i commercianti, saranno evidenti. Anche così contrastiamo desertificazione, abbandono, spaesamento e i troppi vuoti nei luoghi centrali del Paese».
Intanto nuove limitazioni anche in Tribunale dove, da ieri mattina, le guardie giurate agli accessi sono munite di guanti e mascherina. L’ingresso al Palazzo di giustizia è consentito solo dalle 8.30 alle 12.30, altrimenti occorre avere un permesso speciale dal presidente Antonella Coniglio o dal procuratore Paolo Luca. Inoltre l’accesso è vietato a tutti coloro che provengono dai comuni di Vo’ (Padova) e di Mira (Venezia) e, in generale, da ogni zona in cui sono stati accertati contagi da coronavirus. Le udienze penali e civili continueranno a essere svolte, ma il pubblico dovrà essere limitato, mentre nelle cancellerie potranno entrare solo due persone alla volta. Infine controlli affinché non si verifichino assembramenti di persone davanti alle macchinette del caffè (massimo quattro persone).
Uncem (Comuni montani)
Comprate nei piccoli negozi non affollati come i centri commerciali