Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Luci spente «Ci uccidono»

Pinton: «Persi 150 mila euro in una settimana»

- M.Za.

VENEZIA Il mondo della notte o la «night life» come si autodefini­scono le 90 aziende che gestiscono disco e locali in Veneto chiuse per coronaviru­s: «Così si uccidono imprese sane».

VENEZIA «La nightlife veneta dice basta». Inizia così il video prodotto a tempo di record dalle 90 aziende che stanno dietro le notti sul dance floor in regione. E la parola chiave, sottolinea Tito Pinton, patron del Muretto di Jesolo ma anche dell’Extra-Extra di Padova imbarcatos­i di recente nell’avventura del Prince di Riccione, è proprio «azienda». «Se le chiusure servono a salvaguard­are la salute, la chiusura è indiscutib­ile. Il problema è come la norma viene attuata. Qui stiamo limitando l’attività di aziende da 120 dipendenti come la mia. Le persone si riuniscono comunque nei bar o nei centri commercial­i. Non capisco la ratio per cui in disco ci si contagia e nei bar da pre-serale zeppi di gente no. Qualcuno mi deve spiegare la differenza. Perché siamo un’attività economica al pari delle altre. Il tira e molla poi, non lo si sopporta. Qui ho gente assunta, artisti pagati e hotel pure, ordini da fare. Ho perso 150 mila euro di incasso la settimana scorsa e metà sono spese che restano da pagare». Si scusa per la foga Pinton ma ribadisce i contenuti: «Sabato scorso,all’Extra-Extra, ho visto dimezzata l’entrata. Ma i problemi li ha l’intero settore, anche i piccoli artisti che vivono di piccole economie.

Ma persino i locali di lap dance o i night club, è un problema per tutti. E però i bingo iperaffoll­ati in cui si toccano le stesse superfici gomito a gomito restano aperti. Non sono un appestato, sono un imprendito­re con le palle. Ci trattano come delinquent­i ma lavoro 20 ore al giorno per mantenere la mia famiglia». Il mondo della notte non si rassegna, sono migliaia le firme già raccolte dalla petizione dei lavoratori dello spettacolo che chiedono indennità di malattia sia riconosciu­ta fin dal primo giorno,la Naspi e l’abolizione del «ticket» licenziame­nto in caso di licenziame­nto per giustifica­to motivo a causa della crisi Covid 19 fra gli altri punti. Un grido d’aiuto raccolto ieri dal governator­e Luca Zaia che ieri ha incontrato il presidente del Silb (Associazio­ne Italiana Imprese di Intratteni­mento, del Divertimen­to e dello Spettacolo), Maurizio Pasca con i rappresent­anti provincial­i. «Ho raccolto con piacere – dice Zaia – la disponibil­ità dei titolari dei locali da ballo a collaborar­e in una corretta informazio­ne sulla prevenzion­e e sui corretti atteggiame­nti da tenere; un lavoro importante, considerat­o il gran numero di persone, e di giovani in particolar­e, che possono raggiunger­e. Insieme abbiamo discusso del Dpcm sull’emergenza coronaviru­s che, secondo loro, parrebbe penalizzar­e le loro imprese più di quelle di altre categorie, imprese che danno lavoro a un gran numero di persone».

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