Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La Geriatria diventata zona rossa Il caso Treviso

Nel giro di pochi giorni 82 casi positivi al Covid-19

- Di Silvia Madiotto

TREVISO «Il reparto di Geriatria dell’ospedale di Treviso è, per la Marca, quello che è Vo’ Euganeo in Veneto» suggerisco­no la metafora dall’Usl 2. Ancora più concretame­nte: «Prendete una nave da crociera. Quando il contagio viene compreso e arginato, i pazienti possono sbarcare, uno a uno, completare l’isolamento domiciliar­e ed essere curati». Ed è quello che succederà. Ma intanto quel reparto destinato alle cure degli anziani è un caso unico in Italia: 82 positivi al coronaviru­s fra personale ospedalier­o (una ventina di medici, infermieri e operatori socio sanitari), pazienti, ex pazienti e loro contatti stretti; significa 6 persone in meno della cittadina padovana che è stata l’epicentro dell’emergenza. Solo che a Treviso i positivi (quasi tutti asintomati­ci su oltre trecento tamponi effettuati, con 20 ricoveri di pazienti attuali o ex pazienti della Geriatria) sono stati rilevati a partire dal 25 febbraio, tutti riconducib­ili a quelle stanze: una settimana per toccare un picco spiegabile solo con il fatto che, il virus, si è diffuso lì. La Geriatria del Ca’ Foncello, anche per la fragilità dei suoi ospiti, è «zona rossa», off limits a visite e nuovi ricoveri da giovedì.

Martedì scorso non c’erano ancora casi di contagio nella Marca. In serata è stata confermata la morte dell’ex professore­ssa 76enne Luciana Mangiò, che era ricoverata dal 7 febbraio senza sintomi influenzal­i ma con gravi patologie preesisten­ti, poi risultata positiva al Covid-19. Subito sono partiti i test sulle due badanti

Benazzi Gli anziani saranno seguiti a casa, senza rischi per il territorio per consentire la sanificazi­one del reparto

e su due vicini di casa, e tre su quattro sono risultati positivi e asintomati­ci. I tamponi sono poi stati eseguiti su tutto il personale sanitario e sui pazienti del reparto, ex pazienti si sono presentati spontaneam­ente con sintomi riconducib­ili, e anche lì sono arrivate positività. L’escalation non si è fermata: gli ultimi 10 contagiati di ieri (su 57 tamponi) sono anziani pazienti, ex pazienti o loro contatti passati per il reparto prima del 25 febbraio, ora in isolamento domiciliar­e. Sull’individuaz­ione del «paziente zero» e una così massiccia diffusione del coronaviru­s in spazi ristretti da giorni lavorano i clinici. Resta il dato di fatto, la «zona rossa» è in sofferenza, i colleghi fanno turni extra per sostenere le assenze di chi sarà in isolamento casalingo per le prossime due settimane.

Entro venerdì la Geriatria diventata il cluster di una provincia sarà svuotata, tutti gli

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Il caso L’ospedale
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