Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Il mio Christian non è un assassino»

Treviso, parla il papà del 22enne che avrebbe causato l’incidente per morire con l’ex

- Citter

TREVISO «Christian è un bravo ragazzo, non un assassino. E sul suo conto sono state dette tante bugie». Claudio Barzan, padre del 22enne accusato di omicidio, duplice tentato omicidio, violenza sessuale e stalking dopo lo schianto del giugno scorso, difende il figlio. Christian Barzan, secondo la procura, avrebbe sterzato volontaria­mente mentre era in auto con l’ex fidanzata, per uccidersi con lei. Ma nell’impatto con una seconda vettura morì una donna.

TREVISO «Christian non è un assassino, ma un bravo ragazzo». Claudio Barzan, con accanto l’avvocato Fabio Crea, parla così del figlio, accusato di aver provocato, nel tentativo di uccidersi insieme all’ex fidanzata Giorgia Biglieri, un incidente stradale nel quale ha perso la vita Giuseppina Lo Brutto. A otto mesi da quella tragica notte, per il giovane si profila un processo per omicidio volontario aggravato, duplice tentato omicidio (nei confronti di Giorgia e di Flavio Cagnato, marito della vittima), di violenza sessuale e stalking verso la giovane che quella notte sarebbe stata costretta a subire un rapporto sessuale. Era stata proprio lei, subito dopo l’incidente, a dire agli inquirenti: «Lo ha fatto apposta, voleva che morissimo insieme». Uno scenario che il sostituto procurator­e Daniela Brunetti, alla chiusura delle indagini, ha confermato. Il giovane, ferito gravemente nello schianto, ha da poco subito un altro intervento chirurgico: «Se abbiamo deciso di parlare ora è per tutelare l’immagine di nostro figlio e della nostra famiglia. Anche noi, quella notte in ospedale, ci siamo chiesti se davvero avesse potuto fare una cosa così terribile. Ma per come conosciamo Christian, per come lo abbiamo cresciuto, siamo sicuri della sua innocenza».

Claudio Barzan si commuove quando spiega che «il nostro pensiero è costanteme­nte rivolto alla signora che è morta e alla sua famiglia. Mia moglie piange ogni giorno per questo. E siamo devastati nel vedere nostro figlio che da quel giorno è dipinto come un mostro, un assassino stupratore». Il padre racconta come sono stati i 21 anni del figlio fino a quel tragico 7 giugno 2019: «Bravo a scuola e nello sport, non ci ha mai dato problemi. Viveva una vita come tanti, fatta di studio, sport e amici. Quando ne ho avuto bisogno è venuto a lavorare nella nostra attività». Un ragazzo come tanti, lontano dall’immagine tracciata da

Giorgia e che lo ha descritto come «prevaricat­ore, possessivo e geloso», che si vergognava di lei, tanto da non averla mai presentata ai genitori. Ma il padre del 22enne precisa: «Non la conoscevo, è vero. Sapevo che aveva una frequentaz­ione ma non mi sono mai intromesso». E che, una volta che lei aveva troncato la relazione iniziata nel 2013, l’avrebbe perseguita­ta con messaggi e minacce di morte. Finiti in una perizia diventata uno dei tasselli dell’accusa: «Una perizia sui cellulari - precisa Barzan - che, va detto, è stato il nostro avvocato a chiedere e che dimostrerà anche altre cose. Quelle minacce sono riferite a un periodo terribile per Christian, coincident­e con la morte del nonno al quale era legatissim­o. Ma gli stessi messaggi dimostrera­nno le molte bugie dette». Il padre del giovane fa riferiment­o alle contraddiz­ioni che sarebbero emerse nelle dichiarazi­oni della 21enne. Sia sui rapporti intercorsi nei giorni precedenti­fra i due, sia sulla tragica notte. E al rapporto stesso che c’era tra loro e che emergerebb­e dagli oltre 100 mila messaggi che si sono scambiati durante la loro storia. Elementi che, spiega l’avvocato Crea, saranno discussi nel processo. «Christian non riesce a spiegarsi perché la ragazza gli muova queste accuse - conclude Claudio Barzan -. Per questo è arrabbiato. Vorrebbe solo potersi riprendere la sua vita».

Lo sfogo

«Lui è sempre stato un bravo ragazzo, la versione fornita dall’ex non è corretta»

La vittima «Pensiamo sempre a quella donna, mia moglie piange ancora ogni giorno»

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(Balanza) Decisi Da sinistra, l’avvocato Fabio Crea e Claudio Barzan. Sotto, il 22enne Christian
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