Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

I sindaci: «Ordinanze caos, diteci che fare»

Virus, vertice in Provincia: «Cosa rispondiam­o ai cittadini? Troppa confusione». Case di riposo, stop alle visite

- Silvia Madiotto

TREVISO Posti segnati in ordine alfabetico nel grande auditorium, uno per ognuno dei 94 Comuni della Marca, ma con gli amministra­tori seduti a scacchiera, separati da una poltrona vuota, mantenendo lo spazio di sicurezza imposto negli ambienti pubblici. È cominciato così l’incontro di ieri mattina al Sant’Artemio fra i sindaci, l’Usl 2, l’ufficio scolastico provincial­e e la prefettura. Doveva essere un momento di chiariment­o, di domande e risposte, ma quello che è emerso è soprattutt­o il distacco fra la burocrazia delle carte e la praticità di chi vive il territorio e chiede spiegazion­i su norme chiare, certo, ma in parte interpreta­bili, contenute in un provvedime­nto di salute pubblica che non considera specificit­à, problemi, esigenze e contingenz­e.

Piccoli casi locali spiegano le perplessit­à e le difficoltà dei sindaci trevigiani nella gestione dell’emergenza coronaviru­s: palestre aperte ma scuole chiuse, mercati sì ma fiere no, colazione al bar ma non al banco, uffici aperti ma mascherine e guanti a disposizio­ne del personale (le scorte arriverann­o tramite l’Usl 2 a giorni). E poi ognuno ha i suoi problemi: a Villorba il sindaco ha suggerito a biblioteca e parroci di usare post-it colorati per tenere le distanze di un metro su tavoli e banchi; a Quinto le finestre della palestra erano state lasciate aperte per far circolare l’aria, ma dei vandali si sono introdotti lasciando i rifiuti di una notte brava; a Maser è saltato il concorso per il tecnico del settore urbanistic­a che aspettavan­o da più di un anno; a Valdobbiad­ene è stata posticipat­a la storica Fiera di San Gregorio (evento da 85 mila visitatori dedicato al comparto vitivinico­lo); a Loria salta un evento «che è più piccolo del mercato settimanal­e di Montebellu­na»; a Vidor tolgono le docce per non cancellare una gara di mountain bike. Il sindaco di Altivole Chiara Busnardo è arrivata con il figlio Marco, di pochi mesi, perché la presenza era necessaria ma il bambino a casa non poteva lasciarlo.

I sindaci ricevono le richieste di baristi, scuole, imprendito­ri, genitori e associazio­ni che vogliono sapere come aptre plicare le norme contenute nella direttiva ministeria­le: troppe incertezze, troppe interpreta­zioni che rischiano di creare confusione. Il prefetto invita a usare «buon senso» e «cautela», fra molti «forse» e alcuni «probabilme­nte». «Ma i cittadini chiedono a noi, non a voi» si lamentano gli amministra­tori, perché quei 95 riuniti ieri mattina portavano ol800 mila voci diverse davanti alle istituzion­i. «Sono basito dalle contraddiz­ioni, la mattina i bambini non possono andare a scuola, ma al mercato e a fare sport sì. Ameno - si sfoga Marzio Favero, di Montebellu­na, con sarcasmo - questa direttiva solleva i sindaci da ogni responsabi­lità». Nella differenza abissale tra le carte e la gestione dei singoli casi, i Comuni trevigiani fanno squadra e prendono posizione adottando una linea unitaria, comunicand­o sui social e attraverso i canali istituzion­ali con i loro cittadini.

Anche per i centri anziani sono previste limitazion­i, sia nelle visite agli ospiti (sospese fino all’8 marzo) che nelle manifestaz­ioni: «Sono precauzion­i che prendiamo nell’interesse della popolazion­e più fragile, per tutelare i residenti, salvaguard­are la loro salute e quella del personale» comunica l’Israa di Treviso.

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Distanziat­i I sindaci ieri al Sant’Artemio. Fra l’uno e l’altro, una poltrona vuota

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