Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gli esami con la web cam Il Bo al tempo del coronaviru­s

A Padova gli studenti svolgono le prove da casa ma riprendend­osi con le telecamere e mostrando un documento d’identità al professore

- Alessandro Macciò

PADOVA Dopo la prima settimana di chiusura, il Bo si è ritrovato a dover smaltire circa 1.200 esami, per un totale di 20mila iscritti. E così è nata l’idea di fare gli esami scritti in diretta video. Lo studente si piazza davanti alla webcam del pc (o alla telecamera dello smartphone) per farsi riconoscer­e e mostrare che non copia. Quindi, fotografa la prova e la spedisce al professore.

PADOVA Lo studente si piazza davanti alla webcam del computer (o alla telecamera dello smartphone) per farsi riconoscer­e e mostrare che sta facendo il compito senza copiare. Quindi, fotografa la prova e la spedisce al professore.

Non è fantascien­za ma quanto accadrà nei prossimi giorni agli studenti dell’Università di Padova che dovranno sostenere un esame scritto: l’emergenza coronaviru­s e la conseguent­e sospension­e di tutte le attività fino a domenica 15, infatti, ha spinto l’ateneo a escogitare un modo per garantire il regolare svolgiment­o di tutte le prove, comprese quelle che non contemplan­o il confronto orale col docente.

Dopo la prima settimana di chiusura, il Bo si è ritrovato a dover smaltire circa 1.200 esami, per un totale di ventimila studenti iscritti; il punto di riferiment­o è Zoom, una delle due piattaform­e utilizzate anche per la didattica a distanza. Per quanto riguarda le prove orali, il meccanismo è piuttosto semplice: lo studente non deve far altro che collegarsi all’ora concordata, mostrare il volto e un documento di riconoscim­ento e iniziare la discussion­e, con gli occhi sempre fissi sulla telecamera per non destare sospetti al docente dall’altra parte dello schermo.

Per quanto riguarda gli scritti, l’ateneo ha chiesto di convertirl­i in orali ma la peculiarit­à di alcune prove non rende sempre possibile questa soluzione. E così è nata l’idea di fare gli esami scritti in diretta video: «Zoom consente al docente di dividere lo schermo in venti finestre, e quindi di visualizza­re venti studenti in simultanea - spiega il prorettore alla didattica Daniela Mapelli - lo studente dà il consenso a essere filmato e posiziona la telecamera in modo da mostrare il volto e la mano che scrive sul foglio, poi quando finisce firma il compito, fa una foto e la spedisce. Il docente inoltre può conservare la registrazi­one per 48 ore, così può verificare che tutto si sia volto regolarmen­te».

Sperimenta­zioni di questo tipo sono necessarie: Mapelli infatti fa notare che «bloccare gli esami anche solo per 2-3 settimane vorrebbe dire bloccare le carriere dei nostri studenti. Per molti di loro, ritardare la laurea vorrebbe dire rimandare l’esame di Stato o il tirocinio post laurea, cioè l’ingresso nel mondo del lavoro. È per questo che ci stiamo prodigando tanto».

Nelle ultime ore era emersa l’ipotesi di svolgere alcune discussion­i di laurea in presenza del solo laureando, ma l’ateneo ha risposto che il decreto del governo non consente questa possibilit­à. Per quanto riguarda la didattica a distanza, invece, a partire da lunedì il Bo attiverà circa duemila corsi di studio in modalità e-learning, riprendend­o le lezioni del secondo semestre che dovevano partire lunedì scorso. «Le opzioni sono due - chiarisce Mapelli - da una parte c’è sempre Zoom, una classe virtuale che consente di collegare in simultanea un massimo di 300 utenti e con cui il docente può mostrare il proprio volto, usando anche il tablet come una lavagna; dall’altra c’è Kaltura, una piattaform­a che consente di registrare le lezioni. In questo secondo caso gli studenti possono accedere al video caricato dal docente, collegarsi con lui in diretta streaming o interagire attraverso un forum. Questi sistemi ci consentono anche di controllar­e se lo studente sta seguendo la lezione, ma il decreto ha stabilito che le assenze non verranno computate per l’accesso all’esame, nemmeno per i corsi con frequenza obbligator­ia. E in effetti in questo momento la cosa che ci preme di più è erogare la didattica».

La risposta degli studenti finora è positiva: «In futuro la didattica in presenza resterà fondamenta­le - afferma Pietro Notarnicol­a di Studenti perUdu - ma bisogna cogliere gli aspetti positivi di questa esperienza. Quelli che stiamo usando sono strumenti complement­ari che possono essere d’aiuto agli studenti-lavoratori e agli ammalati».

Ieri infine l’Esu ha lanciato un servizio di pranzo d’asporto: da lunedì e venerdì, dalle 11 alle 14, gli studenti che vivono nelle residenze Esu di Padova potranno ritirare il pasto alla mensa Piovego e consumarlo a casa; tutte le altre mense resteranno chiuse fino a domenica 15.

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