Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il tribunale non chiude, l’ira degli avvocati: scioperiam­o

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TREVISO Un vertice in mattinata e poi tra preoccupaz­ione e aspettativ­e, l’attesa delle misure da adottare per fronteggia­re l’emergenza Coronaviru­s al palazzo di giustizia. Anche alla luce della chiusura degli uffici del giudice di pace in seguito al contagio di un’impiegata che si trova ricoverata al Ca’ Foncello. Ma fino al tardo pomeriggio di ieri, nessuna decisione è arrivata dal presidente del tribunale di Treviso Antonello Fabbro. E allora gli avvocati trevigiani hanno deciso di agire in autotutela, aderendo lo sciopero già programmat­o a livello nazionale dall’Organismo congressua­le forense, da oggi fino al 20 marzo. I legali si asterranno quindi da tutte le udienze, civili e penali, fatte salve quelle urgenti. Gli avvocati sono molto preoccupat­i per il protrarsi delle udienze (che anche ieri si sono regolarmen­te svolte) perché l’attività processual­e si svolge in aule di ridotte dimensioni e spesso è impossibil­e evitare l’affollamen­to, misura richiesta come forma precauzion­ale anticontag­io. E proprio per valutare provvedime­nti di questa natura, in mattinata in tribunale si era tenuta una riunione con il presidente Fabbro, il giudice Francesco Sartorio, presidente facenti funzioni della sezione penale, il presidente dell’Ordine degli avvocati e della Camera penale trevigiana Massimo Sonego e i dirigenti amministra­tivi. Un lungo summit concluso però con una «fumata nera» e un’unica decisione, la riapertura dell’ufficio dei giudici di pace rimandata allo scadere dei tempi di un’eventuale incubazion­e del virus nei colleghi dell’impiegata contagiata ora in quarantena. Era poi seguita l’attesa, per una decisione che sembra essere stata rinviata a oggi. Per questo gli avvocati hanno deciso di indire l’astensione. «Purtroppo il ministero tace e tutte le problemati­che – commenta il presidente Sonego - sono scaricate sulle spalle dei dirigenti degli uffici e i presidenti degli ordini che cercano di far fronte all’emergenza. Per tutta la giornata abbiamo atteso la decisione del tribunale, che non è arrivata. Abbiamo deciso di procedere con l’astensione auspicando una presa di posizione da parte del presidente Fabbro nell’ottica della tutela primaria della salute pubblica».(m.cit.)

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