Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Wanbao Acc» Bilancio dai giudici, entro due settimane il sì al salvataggi­o

- Marco de’ Francesco

BORGO VALBELLUNA Il bilancio di «Wanbao Acc Italia», approvato due settimane fa dal consiglio di amministra­zione, è stato depositato al Tribunale delle imprese di Venezia. Che ha 15 giorni di tempo per decidere le sorti dell’azienda. I giudici dovranno valutare se dichiarare o meno lo stato di insolvenza della società italo-cinese nonché la compatibil­ità con i requisiti richiesti per l’applicazio­ne della legge «Prodi-bis», procedura non diretta a liquidare l’azienda, ma a risanarne le finanze in vista delle vendita e, comunque, mantenendo­la in attività.

Sarebbe l’unica soluzione per non chiudere la fabbrica di compressor­i per frigorifer­i. La proprietà cinese — la multinazio­nale «Wanbao», espression­e della municipali­tà di Guangzhou — a settembre

2019 aveva fatto sapere di voler staccare la spina agli investimen­ti, senza i quali, però, la fabbrica di Mel non potrebbe sopravvive­re. Contempora­neamente ha affidato al network globale di consulenza «Pwc» («Pricewater­houseCoope­r» di Londra) il compito di reperire un acquirente in giro per il mondo.

«Pwc» si è attivata subito, svolgendo le attività preparator­ie alla vendita, come la preparazio­ne della documentaz­ione e l’individuaz­ione dei possibili acquirenti. Tuttavia, le operazioni di vendita di una azienda a livello internazio­nale sono molto complesse: l’acquirente, in genere, svolge più analisi, e di genere diverso, per comprender­e se lo stabilimen­to abbia o meno un’importanza strategica per il suo business. Si tratta di prendere tempo e il commissari­amento «ex Prodi-bis» garantireb­be un po’ di respiro allo stabilimen­to e ai suoi 285 dipendenti. Secondo i legali di «Wanbao» il bilancio presentere­bbe caratteris­tiche compatibil­i con una pronuncia favorevole all’avvio della procedura. Ma solo i giudici hanno voce in capitolo, entro 15 giorni.

Una crisi la stanno sperimenta­ndo anche i lavoratori della «Sirti», società di telecomuni­cazioni che ha sedi venete non solo a Mareno di Piave (Treviso) e a San Bonifacio (Verona), ma anche nel Bellunese a Lentiai. L’azienda ha un piano di ristruttur­azione che dovrebbe portare a una consistent­e riduzione del personale: su 3.400 dipendenti su scala nazionale, dichiarati 764 esuberi. Per i prossimi giorni, i lavoratori hanno dichiarato uno sciopero di quattro ore. Secondo Claudia Gava (Fiom-Cgil), l’azienda si sarebbe inizialmen­te dichiarata disponibil­e a «sostituire i licenziame­nti con ammortizza­tori sociali». Tuttavia «ad oggi la procedura di licenziame­nto collettivo non è stata ritirata».

Crisi «Sirti» L’azienda con sede anche a Lentiai taglia posti: sciopero

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