Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I carcerati di Treviso «Proteste violente, noi ci dissociamo»
TREVISO Mentre a Venezia quella che doveva essere una protesta pacifica è degenerata in una sommossa subito domata dalle forze dell’ordine, i detenuti del carcere di Santa Bona, dissociandosi dalle azioni violente, hanno voluto dichiarare la propria: «Solidarietà alle famiglie che piangono la perdita di una persona cara a causa di questa infezione letale». Lo hanno fatto scrivendo una lettera nella quale, con grande dignità e senso civico sottolineano: «Anche noi soffriamo per questa situazione, che non ci permette di stare coni nostri cari a causa della soppressione
Santa Bona
dei colloqui voluta dal Governo». Lunedì avevano attuato una protesta simbolica e rumorosa per il disagio provocato dalle norme anticontagio. E il direttore Alberto Quagliotto, come loro stessi riconoscono: «Ci ha consentito di effettuare più chiamate e anche l’uso di Skype una volta alla settimana. Non è come incontrare i nostri cari, ma siamo coscienti che questa calamità è mondiale». Accettando anche di accantonare: «Tutte le difficoltà che viviamo in questo carcere, sottodimensionato rispetto al numero di detenuti e dai molti problemi strutturali. La nostra speranza ora è che l’epidemia venga debellata». Un clima disteso reso possibile dall’intervento del direttore che commenta: «Stiamo cercando di muoverci con buon senso». (m.cit. – s.ma.)