Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

IL DESERTO SULLA STRADA

Il furbo, la signora con la spesa. Più cani a guinzaglio che bambini Il farmacista e l’agente, la paura da otto settembre e la tolleranza zero. Nelle case del coprifuoco anche i ladri non rubano più

- di Emilio Randon

Suona il campanello. È il postino con in mano l’orribile busta verdognola delle multe. «Ciao» e penso che tanta familiarit­à in fondo è una cosa buona, la seconda persona singolare è il lato apprezzabi­le del virus, come è inevitabil­e e giusto che sia: le disgrazie affratella­no, le barriere sociali cadono, del resto sono ammalati Tom Hanks e signora, Zingaretti, il tal calciatore e il tal ministro francese sono sul letto di Procuste, tutta gente che sospetto non facesse la fila. Ora tutti in fila, tutti allineati senza eccezione di censo e di nascita, tutti uguali: «a livella» diceva Totò. È che la sua funzionava sotto terra, questa purtroppo funziona ante morte e non è una bella cosa. «No, resti dov’è - avverte il postino - con le nuove disposizio­ni non posso darle a mano, lascio l’avviso in cassetta e te la vieni a prendere in posta».

Ecco, ora so che anche le multe mi schifano e che neppure il postino non è più quello di una volta, la persona con la quale potevi scambiare un gesto di malumore, un’imprecazio­ne magari, avendone in cambio un gesto piccolo gesto di solidariet­à, chessò, contro il governo, la sfiga, gli inciampi della vita. Sono le cose che si sono allontanat­e da noi e con loro, di conseguenz­a le persone.

Primo giorno di coprifuoco. Non come ieri che un po’ faceva ridere, quando girava una sorta di eccitato sbigottime­nto, c’era il fervore della novità e anche il richiamo un po’ ubriaco con cui si va in battaglia a vedere le meraviglie del mondo nuovo. Oggi non più: la polizia è meno comprensiv­a, anzi non lo è affatto e i vigili non sono buoni, ora ogni ignaro passante è un potenziale colpevole e nel deserto delle strade vuote sei solo, individuab­ile, drammatica­mente esposto, obbligato a dare contezza della tua presenza, in più, per il fatto che non c’è nessun altro intorno, sei doppiament­e sospetto.

Vedi quello col cane. «È il mio lasciapass­are – mi dice furbo – è previsto nel regolament­o attuativo e del resto, se lo tengo in casa, mi lorda l’appartamen­to». Come lui ce ne sono molti col cane, mai visti tanti cani al guinzaglio. In mancanza del cane c’è il sacesibend­o chetto della spesa o quello dell’immondizia, mai visti tanti sacchetti della spesa e dell’immondizia. La signora si gira, ha la coscienza limpida e il sacchetto, «certo che sono andata a fare la spesa» la busta come prova.

Non va bene, non c’è niente di rassicuran­te nelle borse e nei cani. Lo si capisce dopo cosa manca, la sottrazion­e e lo straniamen­to: mancano i bambini, non ci sono più bambini per le strade, mancano i cuccioli degli uomini, i loro sorrisi, il loro passo erratico, manca la libertà e c’è il coprifuoco. Roba rischiosa, roba da adulti. I ladri non rubano più, le strade sono più sicure, e allora perché ci fanno più paura? Hanno chiuso i parchi, Vicenza, Treviso e Verona, scivoli vietati, dondoli inaccessib­ili e madri a casa. Disperate. Si sta rinchiusi per non essere colti all’aperto, mica perché ci ha convinti l’amabile «moral suasion» di Conte e di Zaia. Uscire è un reato.

Alla centrale dei vigili in via del Soccorso Soccorsett­o, qui a Vicenza, sono tutti nervosi, le pattuglie rientrano, fanno rapporto e non parlano con i «civili». L’altro ieri, nel breve giorno della tolleranza, sono stati fermati 25 «soggetti» tra macchine e persone, uno il multato, un tizio che con il camper era andato a fare benzina all’Auchan a dieci chilometri da casa sua. «Vengo qui perché costa meno» ha detto ai vigili. No, gli hanno risposto, la poteva fare più vicino. Multato perché mancante delle «inderogabi­li necessità di lavoro, spesa alimentare o salute».

Alla farmacia Cattaneo di Corso Palladio un cliente mascherina e tutto quanto – non entra neanche, se ne sta sulla soglia con un foglio formato A 4, «per favore ho bisogno di Septavis», lo fa come si arrendevan­o i nostri l’otto settembre, con le mani in alto e la bandiera bianca.

Nicolò Naclerio, consiglier­e comunale della giunta Rucco e delegato alla polizia locale ha la faccia così così. Va bene la tolettatur­a per cani e gatti, bene i ferramenta (ma solo per lampadine), bene anche lo jogging. Ma le profumerie? «Se un vecchio viene beccato a venti chilometri da casa sua in tuta da ginnastica non va bene, bene per il ciclista». Ma a che distanza? a che scopo? e per quale inderogabi­le necessità? Che gli misurano il fiato? E al cliente dell profumiere gli annusano l’ascella? Il farmacista sembra saperlo, «sono autorizzat­i ad andare in bici da corsa solo gli atleti profession­isti, per allenament­o».

«Attenzione - mi fa un Achille Variati, sottosegre­tario agli Interni obbligato a tenere il punto - attenzione perché, oltre ai 206 euro e i tre mesi di arresti, l’eventuale trasgresso­re potrebbe rispondere anche di attentato alla salute pubblica, che è un reato molto più grave». La storia delle profumerie non gli risulta, compulsa il decreto attuativo e in effetti sì, al punto X ci sono anche le profumerie, «ma è perché vendono prodotti per l’igiene - dice ecco perché». Lavati e profumati, col cane o con la spesa, verso casa o al lavoro, con la macchina in riserva però, tutti gli altri pensino a trovarsi un alibi che regga.

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Negozi chiusi Una desolata immagine di Rialto, storico mercato veneziano e una delle aree più frequentat­e dai turisti. Venezia la città dei turisti ora è costretta a cacciarli

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