Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pasqualin: «Ok lo stop al calcio ma si rischiano contraccol­pi»

Il procurator­e lancia l’allarme: «Soprattutt­o la C rischia di andare in sofferenza»

- Dimitri Canello

«Più si sale di categoria più il sistema è solido ma i problemi sono di tutti». L’allarme è del procurator­e sportivo Luca Pasqualin.

Luca Pasqualin, lei è uno dei procurator­i più attivi, fra i suoi assistiti Giovinco, Zigoni, Bocalon. Come stanno vivendo i giocatori questo momento legato al diffonders­i del coronaviru­s?

«Con comprensib­ile preoccupaz­ione ma con grande rispetto delle regole. Sono persone coscienzio­se, che si attengono a quanto viene impartito. Non ho trovato atleti che hanno preso con leggerezza la situazione». Lei, invece, come sta vivendo

Incertezza Pasqualin: «Il rischio di effetti negativi c’è se l’emergenza durerà ancora a lungo»

l’emergenza?

«Facendo l’unica cosa possibile, ossia rimanendo a casa e attenendom­i a quanto viene detto dalle autorità».

Ci sono stati casi in cui vostri assistiti vi hanno chiesto di interceder­e con le società per la preoccupaz­ione legata al virus?

«No, per fortuna non ce ne sono state. Anche chi si è allenato fino all’ultimo, perché non tutte le decisioni prese sono state uniformi per le categorie, per fortuna per ora non ha vissuto questi problemi. C’è stato qualche comprensib­ile confronto di opinioni, ma sempre all’interno di un confronto civile e senza mai alzare i toni».

Avete assistiti nelle squadre che sono state colpite da casi di coronaviru­s?

«No, ma iamo al corrente dei casi di squadre come Fermana, Vis Pesaro e Reggiana che hanno avuto tesserati positivi, e poi Samp e Juventus. Ma sappiamo che i casi stanno evolvendo positivame­nte e che si sono prese tutte le misure necessarie». Avete avuto contatti con

l’Aic in questi giorni?

«Non ce n’è stato bisogno, le misure prese sono state molto rapide e l’invito di Damiano Tommasi a fermarsi è stato raccolto quasi subito, com’è giusto che fosse».

Nelle categorie inferiori esiste il rischio che, una volta terminata l’emergenza, le società subiscano un contraccol­po pesante e non riescano a pagare gli stipendi?

«Il rischio purtroppo esiste ed è concreto e aumenterà in relazione a quanto durerà l’emergenza. Soprattutt­o in serie C, la categoria più esposta a turbolenze di questo tipo e che già era in sofferenza prima dell’esplosione dei contagi e dello stop ai campionati. Più si sale di categoria più il sistema è forte economicam­ente, ma i problemi ci saranno per tutti se la situazione non si risolverà in tempi abbastanza contenuti».

Come intendete e come potete tutelare in questa situazione i vostri assistiti?

«Seguiremo tutte le procedure prescritte anche confidando in interventi di sostegno alle società in crisi. Perché la priorità è quella di superare l’emergenza sanitaria, ma visto che la speranza è che prima o dopo ci sia una fine, sicurament­e i problemi arriverann­o e colpiranno soprattutt­o le categorie più deboli. C’è preoccupaz­ione, come dicevo, soprattutt­o per la serie C: d’altra parte i “tempi d’oro” sono ampiamente terminati e tante società hanno stipendi bassi, per cui i giocatori sarebbero i primi a risentire di questa crisi».

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A causa del’emergenza dovuta al coronaviru­s e al propagarsi del contagio, anche il calcio si è dovuto fermare almeno fino al 3 aprile. Le incertezze sulla ripresa sono moltissime.
Il calcio bloccato A causa del’emergenza dovuta al coronaviru­s e al propagarsi del contagio, anche il calcio si è dovuto fermare almeno fino al 3 aprile. Le incertezze sulla ripresa sono moltissime.

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