Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Rossetto e aperitivo davanti a un monitor Weekend in videochat

Dopo le critiche ai giovani «iperconnes­si» oggi il web è l’unico modo di stare insieme

- Silvia Madiotto

TREVISO Che nostalgia per quei tempi, quando ci si rimprovera­va a vicenda «e metti via quel telefono che siamo a cena». Quando si andava a pigliare per le orecchie i ragazzini gobbi davanti al tablet «esci di casa, va a giocare con i tuoi amici al parco». Quando Netflix e Amazon erano un’alternativ­a alla serata al cinema o in osteria, e servivano a trasformar­e lo sgabello al bancone del bar in un comodissim­o divano a portata di pc o telecomand­o. Sembrano tempi lontani ed è passata meno di una settimana di isolamento forzato, di «io resto a casa», di aperitivi mancati e di contatti in videochat. Ma ci si arrangia, è un periodo, un momento difficile per tutti coloro che hanno deciso di rispettare le regole (non solo perché imposte) per tutelare la propria salute e quella dei propri cari.

Proprio tutti pensavano di non poter sopravvive­re senza tecnologia, di fronte all’estremo opposto, nel momento in cui solo il telefono, gli strumenti informatic­i e la connession­e internet permettono di mantenere contatti umani, ci si rende conto di quanto la socialità e la condivisio­ne siano fondamenta­li. Se ne sente così tanto la mancanza che i trevigiani non si sono persi d’animo e il week end, anche se in modo diverso, hanno cercato di giocarselo. Ieri sera i video-aperitivi sono diventati realtà in molte case, mentre le strade e le piazze sono deserte: appuntamen­to orario, come in qualsiasi locale, ognuno con un calice del vino preferito, un po’ di noccioline e patatine, ci si collega a Whatsapp, Facebook o Google e si prova a far passare la noia e la paura insieme. Per chi vive solo è difficile affrontare la quarantena, trascorren­do intere giornate fra il pc del telelavoro e la television­e del dopocena, ma anche per le coppie è una vera e propria sfida: c’è chi, dopo dodici ore di pigiama, si veste bene per quando il coniuge rientrerà dal lavoro. «Facciamolo per noi» è l’invito diffuso. Anche tra vicini di casa si sperimenta­no le nuove frontiere della lotta al Covid: aperitivo dai balconi, a distanza di sicurezza, scambiando­si cin-cin meno virtuali che sui social, ma comunque lontani.

Marianna Marcuzzo e i colleghi di «Smile to move» hanno deciso che non sarà la quarantena a fermarli, sul lavoro o nei piaceri di un sorriso regalato. «Siamo una piccola società, facciamo formazione

Ci siamo dati appuntamen­to alle 18 davanti al pc e abbiamo preso il calice in mano

a Treviso, e da lunedì lavoriamo in remoto – spiega -. Cerchiamo di supportarc­i a vicenda per rimanere vicini nonostante la distanza». In dialetto si può sintetizza­re con «straviarsi»: trovare un diversivo, un quarto d’ora di leggerezza dopo una giornata di lavoro. «È una cura per tutti».

Ieri era il primo venerdì sera, l’inizio del week end, che per chi è impiegato in ufficio significa staccare la spina e uscire, e non lo è più. «Ci siamo dati appuntamen­to alle 18, abbiamo fatto un ragionamen­to conclusivo e abbiamo preso il calice in mano – racconta Marianna -. Questa sera abbiamo anche indicato un dress code: rossetto per le donne, una camicia per il collega maschio». Perché, alla fine, curarsi un po’ e preparasi per incontrare gli amici è un piacere. Usano un portale di condivisio­ne di documenti in ufficio, e ora grazie alla videochat multipla fanno lì un aperitivo insieme: «È un momento difficile per tutti, aziende e non, e motivare il gruppo è fondamenta­le».

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La chat tra colleghi di «Smile to move». Dopo il lavoro, ieri sera, i colleghi hanno fatto un aperitivo virtuale vestendosi bene
La videochat La chat tra colleghi di «Smile to move». Dopo il lavoro, ieri sera, i colleghi hanno fatto un aperitivo virtuale vestendosi bene

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